Cultura
Mons. Sambi vede segni di pace tra Israele e Palestina
Parla a ruota libera il nunzio di Gerusalemme, secondo il quale i cristiani sono vittime della guerra, ma anche promotori della riconciliazione
Ci sono ”primi segni di pace” tra israeliani e palestinesi e anche se ”non sono ancora numerosi: il muro continua, i morti continuano”, debbono spingere a guardare al prossimo Natale piu’ con ottimismo che con pessimismo. E’ l’opinione di mons. Pietro Sambi, nunzio a Gerusalemme, che definisce i cristiani di Terra Santa ”insieme vittime e segno della riconciliazione”; ”segno di riconciliazione” in quella tormentata regione e’ anche, a suo avviso, la ”presenza amica” dei pellegrini cristiani. ”Nel mondo israelo-palestinese – scrive il rappresentante papale, in una riflessione pubblicata sull’agenzia missionaria AsiaNews – i cambiamenti in corso oscillano fra ottimismo e pessimismo. Io credo – aggiunge – che serva il senso dell’ottimismo. Il pessimismo fa cadere le braccia e rende inattivi, non creativi; l’ottimismo sa come non diventare prigioniero del momento, sa gettare il seme al di la’ del muro per costruire un domani migliore. Nella situazione della Terra Santa vi sono segni di ottimismo. Si e’ aperta una nuova pagina tutta da scrivere, ma sul posto vi sono segni di buona volonta’ e pace. Lo ripeto sempre: la chiave della pace in molte parti del mondo risiede a Gerusalemme; la pace in Terra Santa vuol dire la pace in molte parti del mondo. E insisto sulle parole del Papa: ‘la pace e’ possibile’, la pace non e’ un optional, e’ un dovere”. ”I segni di pace – prosegue mons. Sambi – non sono ancora numerosi: il muro continua, i morti continuano; occorrono fatti che vadano controcorrente rispetto alla situazione attuale. Ma i primi segni ci sono: da parte delle autorita’ israeliane, da parte delle autorita’ palestinesi in questi giorni ascoltiamo ripetute parole di volonta’ di pace. Dal punto di vista internazionale, leader importanti hanno dichiarato in questi giorni, che metteranno le loro migliori energie per facilitare la pace in Terra Santa. Mi pare che si stia prendendo coscienza che la pace nel mondo, in gran parte, dipende dalla pace in Terra Santa”. ”In questo conflitto che dura da troppo tempo, i cristiani sono insieme vittime e segno della riconciliazione. I cristiani in Terra Santa sono pochi, solo il 2% della popolazione. E’ vero pero’ che la testimonianza non si misura dalla quantita’, ma dalla qualita’ dei segni che si danno e i cristiani qui in Terra Santa sono segno di riconciliazione. Questo segno diventera’ piu’ forte nella misura in cui si esprime la solidarieta’ dei cristiani del mondo con i cristiani della Terra Santa. Segno di riconciliazione sono anche i pellegrini, che passando per le vie di Gerusalemme, di Betlemme, di Nazareth, camminando sui passi di Gesu’, camminano in preghiera, senza odio negli occhi, pronti a dare un segno, uno sguardo di amicizia ad ebrei e palestinesi. Camminando nella terra di Gesu’, i pellegrini cristiani vanno incontro alla loro personale riconciliazione con Dio; con la loro presenza amica diventano segno di riconciliazione in Terra Santa”. La riflessione di mons. Sambi e’ conseguenza di una domanda che il diplomatico si pone: ”Il cristiano di fronte al Natale puo’ porsi la domanda ‘devo essere un ottimista o un pessimista?. C’e’ – scrive mons. Sambi – una preghiera della liturgia di questi giorni che ci da’ la risposta: ‘Signore ci sentiamo servitori indegni di Te, e avvertiamo con tristezza tutto il male che rende vuota la nostra vita. Donaci tuttavia di trovare la gioia nella nascita del tuo Figlio, che viene per salvarci’. Nella prima parte di questa preghiera, vi sono le ragioni del nostro pessimismo; nella seconda tutte quelle per il nostro ottimismo. Non c’e’ altro momento dell’anno, non c’e’ altro luogo come Betlemme, in cui uno possa sentire Dio cosi’ vicino alla nostra vita: e’ nato come me; si e’ fatto carne come sono io; si e’ fatto compagno di viaggio della mia vita. Quando ci si inginocchia con fede e amore davanti al Bambino di Betlemme, finisce la nostra solitudine. L’Emmanuele, Dio e’ con noi: chi sara’ contro di noi? Finisce il nostro senso di vuoto perche’ quando siamo con Dio abbiamo tutto: il tempo e l’eternita’. Finisce il senso della disperazione perche’ quando sappiamo che Dio e’ accanto a noi, ci viene una forza e un coraggio unici. Il mio augurio a tutti i cristiani del mondo, a tutti gli uomini di buon volonta’ e’ questo: che sappiano con semplicita’ e con umilta’ riconoscere la presenza di Dio vederne il suo volto e gustare il senso cristiano della vita”.
Nessuno ti regala niente, noi sì
Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.