Nigeria: Shell e Chevron Texaco sospendono le loro attività produttive

Sarebbero almeno 20 le persone rimaste uccise dall’esplosione di un oleodotto vicino alla città di Lagos. Lo riporta il sito internet di ‘Le Monde’, citando fonti di polizia locale. Tuttavia, il petrolio scambiato al Nymex di New York continua a veleggiare sotto i 44 dollari al barile, estendendo i ribassi di ieri.

Intanto, due colossi petroliferi – l’anglo neerlandese Chevron/Texaco e l’americano Shell – hanno deciso di sospendere l’esportazione del greggio nigeriano. Lo rende noto l’Afp. Il portavoce della filiale nigeriana della Shell ha giustificato questa scelta dichiarando che al terminale di Bonny (sud Nigeria) “abbiamo dei problemi con varie comunità locali che stanno perturbando le nostre attività produttive. Nelle ultime settimane, la produzione sarebbe scesa a 114mila barili di greggio al giorno”. E le conseguenze sono state dirette su Chevron che sta perdendo 20mila barili al giorno che tradizionalmente transitano dal terminale della Shell.

Con una produzione destinata ai mercati internazionali pari a 2,5 milioni barili al giorno, la Nigeria è il primo produttore petrolifero dell’Africa e il quinto mondiale. Nonostante le sue immense risorse, tre nigeriani su quattro (ovvero 85 milioni) vivono sotto la soglia dell’estrema povertà (ovvero meno di un dollaro al giorno). Il rissentimento popolare contro le compagnie petroliferi connduce spesso a manifestazioni, atti di sabottaggio o sequestri di persone.

Lo scorso 5 dicembre, in segno di protesta contro lo stato di abbandono delle popolazioni di Bonny, centinaia di contadini hanno occupato le stazioni di pompaggio della Shell e di Chevron-Texaco. Dopo l’intervento pacificatore delle autorità governative, gli occupanti hanno lasciato le stazioni. Nonostante ciò, le compagnie hanno deciso di sospendere le loro attività produttive fino a quando il litigio con le popolazioni locali non verrà risolto.