Cultura
Nuove promesse. Inviati al Futurshow: Baby reporter, grandi questioni.
Un obiettivo del millennio a testa. Otto ragazzi delle scuole superiori di Milano si sono confrontati con i problemi della Terra. Dimostrando di essere allaltezza della sfida.
di Redazione
La redazione di Ecomondo quest?anno si è avvalsa di una speciale troupe di reporter per coprire l?edizione del Futurshow 2004. Otto ragazzi che frequentano l?Itsos Stainer e il liceo scientifico Machiavelli di Milano, armati di penna e taccuino, si sono confrontati con una giornata di interviste e conferenze stampa incentrate sulla campagna No Excuse 2015 delle Nazioni Unite che promuove la realizzazione degli otto obiettivi del millennio. Ecco la loro corrispondenza, obiettivo per obiettivo.
1/Eliminare la povertà estrema e la fame
di Samanta Bernasconi
Vincere la povertà deve essere possibile e gli otto obiettivi del millennio devono essere raggiunti entro il 2015 altrimenti il nostro pianeta diventerà ingestibile. Su questo fronte i dati sono allarmanti: dall?inizio del 2004 sono 806 milioni le persone che hanno vissuto senza un?alimentazione sufficiente. I progetti per cambiare la situazione ci sono, già esistono e operano con risultati concreti ma tutto si basa sulla donazione e sul volontariato. Quello che manca è proprio l?impegno dei Paesi occidentali. Anche se qualche esempio virtuoso esiste.
La Banca etica è un istituto che cerca di conciliare le attività economiche e finanziare con le esigenze di uno sviluppo umano e sociale. Il programma di microcredito prevede la concessione di un piccolo prestito alle persone più povere, in particolar modo alle donne, e consente loro di avviare un?attività di lavoro con cui migliorare la propria condizione di vita e quella della famiglia, estinguendo il prestito nel giro di un anno. Vincere la povertà è possibile, questa volta non ci sono scuse.
2/Assicurare istruzione elementare universaled
di Matteo Alesi
Pare strano che in una società moderna come l?attuale, caratterizzata da tecnologie sempre più precise, esistano ancora problematiche così difficili da risolvere. Il diritto all?istruzione è uno dei temi fondamentali che merita sicuramente attenzione a livello mondiale. Le iscrizioni alla scuola elementare sono ancora troppo basse in Africa e in Asia meridionale. In Africa, una volta iscritto, solo un bambino su tre termina la scuola elementare. Nel mondo, un adulto su sei è analfabeta. La maggior parte di persone analfabete è donna. Questo malgrado ci siano documenti che stabiliscono i diritti fondamentali dei bambini. Ogni bambino del mondo ha il diritto di frequentare la scuola e ha il diritto al ?sapere?. Siamo nel 2004, l?uomo ha raggiunto lo spazio, ha creato computer sempre più competitivi, ma dovrebbe capire che ci sono al mondo Paesi che vivono ai margini; non è ?realtà virtuale? ma solo realtà, triste sicuramente, ma vera, purtroppo. Tutto il mondo ha il dovere di riflettere su queste problematiche.
3/ Promuovere la parità fra i sessi
di Giada Giglioli
Nonostante le donne siano ormai una componente produttiva della società, ancora oggi i governi dei Paesi più arretrati negano loro diritti fondamentali. Primo fra tutti: la frequenza scolastica. Così ignorano che, fin quando la donna non sarà libera, il mondo non potrà girare nel verso giusto. Nel suo intervento Marina Ponti, vice coordinatrice esecutiva della campagna dei Millennium Goals dell?Onu, spiega l?importanza della libertà della donna: chiave per risolvere le problematiche evidenziate dagli otto obiettivi da raggiungere nel 2015. La Campagna si sta muovendo in due direzioni: nei Paesi ricchi si punta a sensibilizzare la società civile. In questo modo le organizzazioni umanitarie potrebbero ricevere più fondi da destinare ai loro interventi, anche a favore della parità fra i sessi.
Nei Paesi in via di sviluppo, d?altro canto, si concretizzano i progetti d?aiuto proprio grazie ai fondi bilaterali, multilaterali e delle ong. È importante però che non si crei una situazione di nuovo colonialismo determinata dagli aiuti inviati dai governi occidentali, in questo caso si metterebbe a repentaglio l?obiettivo di raggiungere il benessere e l?equilibrio globale.
4/ Diminuire la mortalità infantile
di Laura Boni
«Il diritto del bambino alla sopravvivenza è la prima misura d?uguaglianza, speranza e libertà»: con questa affermazione l?Unicef spiega la necessità di raggiungere l?obiettivo di ridurre di due terzi la mortalità infantile.
Con l?espressione ?tasso di mortalità infantile?, si intende il numero dei bambini morti sotto i cinque anni di età e si misura ogni mille nati; oggi nel mondo 1 bambino su 12 muore prima di aver raggiunto il quinto anno d?età e ciò significa che 11 milioni di bambini muoiono all?anno per cause prevenibili. Grazie alla campagna di sensibilizzazione portata avanti dall?Onu, molti Paesi sono sulla giusta strada per raggiungere quest?obiettivo. Ma i problemi rimangono.
Le morti precoci, causate principalmente dalle degradanti condizioni in cui vivono i bambini nei primi mesi, da malattie (in particolare Aids e malaria), dalla presenza d?acqua contaminata, potrebbero essere dimezzate migliorando le condizioni igienico-sanitarie di base e sensibilizzando la popolazione all?uso di vaccini e farmaci che, però, hanno ancora costi troppo elevati per le popolazioni indigenti.
5/ Migliorare la salute materna
di Erica Pellegrini
Domani, come ogni giorno, moriranno circa 1.400 donne, uccise da infezioni e complicazioni di ogni genere conseguenti al parto. Il 95% dei decessi si verifica nei Paesi poveri. Questo massacro è però evitabile: infatti l?Onu ha posto come quinto obiettivo della campagna del millennio No Excuse 2015 la diminuzione dei 3/4 del tasso di mortalità materna. Per avvicinarsi alla meta del 2015 bisogna migliorare le condizioni fisiche e psicologiche delle donne, soprattutto di quelle in ?dolce attesa?.
Per i problemi fisici è fondamentale intervenire e migliorare le condizioni igieniche e di assistenza in cui avviene il parto, sicuramente aumentando il personale qualificato e incrementando le cure ostetriche. Fino al 2000 la situazione era negativa ma negli ultimi anni si sono visti segnali di miglioramento provenienti proprio dai Paesi più poveri come la Nigeria, la Sierra Leone, il Mali, grazie soprattutto all?aiuto dei Paesi ricchi.
6/ Combattere l?Aids
di Gianluca Modica
Dal Futurshow 3004, le accuse più gravi arrivano direttamente da Eveline Herfkens, coordinatrice esecutiva della Campagna Obiettivi di sviluppo per l?Onu, che sottolinea come le promesse sottoscritte dai governi nel 2000 siano rimaste tali.
Molto polemico l?europarlamentare Antonio Di Pietro, secondo il quale la vendita d?armi ai Paesi poveri, essendo più redditizia, è stata preferita alla vendita di farmaci. Non sono esenti da responsabilità neanche le associazioni benefiche, colpevoli, in alcuni casi, a detta di Roberto Calmi, presidente di Dona un Sorriso onlus, di disperdere le risorse. Calmi affronta anche la questione mediatica, sostenendo come la gente non sia a conoscenza dei problemi reali del Pianeta e come sia necessaria una rivoluzione culturale della società, perché, come dice Marco Di Mauro, presidente di Intervita, «ormai siamo in una società nella quale se non vediamo ciò che succede in tv, per noi non esiste!»
7/ Assicurare la sostenibilità ambientale
di Morena Albizetta
Numerose associazioni, tra cui Celim, Legambiente e WWF, erano presenti alla manifestazione Futurshow 3004 a sostegno del tema «Assicurare la sostenibilità ambientale». L?obiettivo non solo si occupa di garantire a tutti i bisogni primari, come ad esempio l?accesso all?acqua potabile, ma riapre un dibattito sui consumi e soprattutto sugli sprechi, che caratterizzano i Paesi ricchi.
Sulla terra siamo 6 miliardi di persone e consumiamo il 2,5% della superficie del territorio, l?1,5% in più di quello che possiamo permetterci, visto che il rapporto ideale è 1:1. Produciamo carichi di rifiuti ormai insostenibili ma soprattutto difficili da smaltire per il nostro pianeta. Per cercare di raggiungere il miglioramento delle condizioni di vita per almeno 100 milioni di abitanti dei Paesi più poveri dobbiamo quindi prendere coscienza del fatto che il pianeta Terra è unico e insostituibile.
8/ Sviluppare un partenariato globale per lo sviluppo
di Alessia Boeri
«Assicurare una collaborazione globale per lo sviluppo», così si chiama l?ultimo degli otto Obiettivi di sviluppo del Millennio dell?Onu che presenta la sua campagna No Excuse al Futurshow 3004 di Milano. Gli osservatori internazionali si dividono fra chi dichiara che uno sviluppo globale è possibile solo dal punto di vista culturale, recuperando un senso delle cose, delle persone, del loro contesto socio-culturale e della fruizione di beni immateriali e chi è pessimista riguardo a uno sviluppo globale socioeconomico, soprattutto se per attuarlo si impone il nostro modello occidentale. La vicedirettrice di questa campagna dell?Onu, Marina Ponti, ha affermato che è proprio in questo ottavo punto della Dichiarazione che viene riconosciuta la nostra responsabilità.
I Paesi in via di sviluppo potranno raggiungere il nostro livello socioeconomico solo se tutti i Paesi più ricchi faranno la loro parte.
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