Sostenibilità

Il partenariato vincente: Mediterraneo, culla della cooperazione.

Energia rinnovabile e trattamento delle acque sono i principali settori di intervento. I risultati di un processo condiviso tra i protagonisti politici e sociali.

di Redazione

Il Mediterraneo è stata la prima regione a sperimentare forme ?pionieristiche? di cooperazione multilaterale in campo ambientale con la creazione, alla fine degli anni 70, del Piano di azione del Mediterraneo delle Nazioni Unite e con l?adozione della Convenzione di Barcellona; iniziative che hanno rappresentato l?inizio di un interessante e impegnativo processo di cooperazione e integrazione regionale tra i Paesi dell?Unione europea e i Paesi che si affacciano sulla riva Sud del Mediterraneo. Nonostante questo, la qualità dell?ambiente nella regione mediterranea è a rischio a causa di un uso non sostenibile delle risorse naturali ed energetiche. Questa situazione è ulteriormente aggravata dall?instabilità e dai conflitti che riguardano importanti Paesi della Regione. È in questo contesto che il ministero dell?Ambiente ha lanciato l?iniziativa Medrep: l?obiettivo ambizioso è quello di fornire, nei prossimi 10 anni, energia rinnovabile a 100 milioni di persone che abitano nella regione del Mediterraneo. Sono già in fase di attuazione progetti pilota in Algeria, Egitto, Marocco e Tunisia finalizzati a fornire elettricità alle popolazioni rurali isolate, introdurre le energie rinnovabili nel settore edilizio, desalinizzare l?acqua marina, al pompaggio delle acque in agricoltura, alla disseminazione di sistemi di refrigerazione per la conservazione degli alimenti. Inoltre, in Marocco e in Tunisia sono in corso due progetti sui meccanismi finanziari per la promozione del solare termico, promossi con l?Unep. In questi due anni sono stati ottenuti numerosi e importanti progressi, fra i quali anche l?istituzione del Medrec, il Centro per la formazione, il trasferimento di conoscenze, la diffusione dell?informazione e lo sviluppo di progetti pilota nel campo delle rinnovabili, con sede a Tunisi, cofinanziato sempre dal ministero dell?Ambiente e della tutela del territorio. Un altro esempio importante di partenariato globale è la partnership Adricosm, finalizzata a un ?sostenibile? sviluppo nel Mare Adriatico. Il progetto, coordinato dall?Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, consiste nella costruzione di un sistema di previsione della variabilità della circolazione marina delle zone costiere e nell?attuazione di un piano integrato e di un sistema di gestione delle reti fognarie urbane e del ciclo di smaltimento delle acque reflue, applicato ad un sito pilota della Croazia. Così il nuovo progetto Adricosm-Ext, finanziato dal Mae, allargherà il progetto a Paesi rivieraschi ora esclusi (Albania, Bosnia-Herzegovina e Serbia-Montenegro). Inoltre, sempre nel 2004, la partnership Adricosm ha dato vita a due nuovi progetti, interamente finanziati dal ministero italiano: il progetto Adricosm-Pula bay (Croazia) per contribuire alla soluzione dei problemi ambientali dell?area della Baia di Pola, e il progetto Neres per la riqualificazione ambientale e lo sviluppo sostenibile del Delta della Neretva. Per favorire lo sviluppo sostenibile nella Regione Mediterranea dobbiamo renderci promotori di una nuova stagione delle politiche ambientali, che dovranno essere basate su azioni positive e su accordi volontari tra amministrazioni pubbliche e imprese. È necessario modificare la cultura e gli strumenti della politica ambientale, perché l?innovazione tecnologica e la diffusione di nuove conoscenze e competenze non possono essere il risultato di divieti e obblighi, ma piuttosto quello di un processo condiviso dalle autorità di governo, dalle imprese, dalla comunità degli affari, dai consumatori e dalle associazioni ambientaliste. Il ruolo della pubblica amministrazione deve essere quello di consigliare e facilitare lo sviluppo di una nuova mentalità imprenditoriale. di Valeria Rizzo Divisione Cooperazione bilaterale e multilaterale – ministero dell?Ambiente


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