Famiglia

Agricoltori europei contro la fame nel mondo

Il presidente della Cia lancia un appello al Comitato delle Organizzazioni agricole Ue affinché si prendano iniziative per alleviare le sofferenze di milioni di poveri

di Paolo Manzo

Il presidente della Cia Giuseppe Politi, alla vigilia delle feste natalizie, lancia un appello al Copa (il Comitato delle Organizzazioni professionali agricole Ue) affinché vengano decise iniziative per alleviare le sofferenze di milioni di persone, soprattutto bambini. I dati della Fao sono allarmanti. C’è bisogno di una grande e concreta iniziativa di solidarietà degli agricoltori europei per combattere la fame nel mondo. Di qui l’esigenza di un incontro in tempi brevi per poter individuare gli interventi necessari per dare risposte a chi, soprattutto bambini, oggi soffre in diverse parti del Pianeta. ”I dati sulla fame nel mondo, diffusi nei giorni scorsi dalla Fao, sono veramente allarmanti. Il drammatico problema -sottolinea il presidente della Cia- coinvolge un numero crescente di persone: nel periodo 2000-2002 sono state 852 milioni, 18 milioni in più dalla metà degli anni ’90. Inoltre, i costi umani ed economici della fame non potranno che aumentare se questa tendenza non verrà invertita”. ”Per la prima volta, rispetto alle cinque edizioni precedenti, il rapporto annuale della Fao sulla situazione mondiale dell’ insicurezza alimentare, oltre a valutare la situazione alla luce degli obiettivi del vertice mondiale sull’alimentazione e di quelli di sviluppo del millennio (ridurre della metà il numero degli affamati entro il 2015), focalizza -aggiunge Politi- la sua attenzione anche sui costi economici”. ”La fame e la malnutrizione, secondo la Fao, causano enormi sofferenze, uccidono ogni anno più di cinque milioni di bambini e costano ai Paesi in via di sviluppo -rileva il presidente della Cia- miliardi di dollari in termini di perdita di produttività e di reddito nazionali. Il rapporto afferma che, senza i costi diretti cui la società deve far fronte per i danni causati dalla fame, ci sarebbero più fondi a disposizione per combattere altri problemi sociali”.


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