Famiglia

Darfur: ucciso collaboratore di Medici senza frontiere

Si tratta di un sudanese. Dei 38 collaboratori locali al momento presenti, 29 risultano tuttora dispersi

di Gabriella Meroni

Non si placano le violenze nel Darfur e nel mirino ci sono anche le organizzazioni umanitarie. All’indomani dell’annuncio del ritiro di Save the Children a seguito dell’uccisione di 4 dei suoi 350 operatori, Medici senza frontiere ha dato notizia dell’uccisione avvenuta venerdi’ scorso di un suo collaboratore sudanese, il secondo negli ultimi tre mesi. Nel corso di un attacco condotto dalle truppe governative sudanesi a Labado, nel sud del Darfur, l’uomo e’ stato ucciso davanti al magazzino dell’organizzazione umanitaria di soccorso medico. Dei 38 collaboratori locali che al momento erano presenti in citta’, 29 risultano tuttora dispersi. Nella provincia del paese dell’Africa nordoccidentale la situazione e’ tornata esplosiva con la ripresa dei combattimenti tra forze sudanesi e ribelli e l’interruzione dei negoziati di pace che dovrebbero riprendere a gennaio se sara’ negoziata una tregua. Medici Senza Frontiere, presente in Darfur dal dicembre 2003, ha lanciato un appello a rispettare la neutralita’ dell’organizzazione. Attualmente 197 operatori internazionali e 2.582 collaboratori locali portano avanti i progetti in 27 località del Darfur.


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