Formazione

Finanza etica: crescere ma senza ansia.

Un lettore scrive: buona la crescita, ma rispetto al totale investito restiamo sempre a percentuali ultra minime. Il presidente di Banca etica risponde.

di Redazione

Gentile dottor Salviato, ho letto sull?ultimo numero di Etica & Finanza che l?Italia ha incrementato molto il patrimonio gestito eticamente. Eppure si tratta di una percentuale ancora molto bassa rispetto al totale del risparmio gestito, appena l?1% circa. Che margini di crescita di questa ?percentuale? ci sono, a suo avviso, in Italia? Come potrà crescere? Giovanni Valvassori, email I dati relativi al mercato dei fondi etici in Italia, pubblicati in esclusiva sul numero di settembre di Etica & Finanza, sono da prendere con cautela. Si tratta infatti di un mercato ancora poco sviluppato: basta che entri o esca dal computo totale anche un solo fondo perché si creino aumenti o diminuzioni del patrimonio gestito con percentuali a due cifre. Bisogna quindi stare attenti a non fare previsioni troppo rosee, ma anche a non allarmarsi nel caso i risultati non siano particolarmente positivi. è vero, il mercato è in crescita. Dal 2001 al 2003 sono nati il 75% degli attuali fondi etici italiani. Però sono già due i fondi che hanno chiuso i battenti e molti, da mesi, sono praticamente fermi: dopo un piccolo slancio iniziale, accompagnato magari da un paio di comunicati stampa, non hanno più raccolto niente. Sembra che molte società di gestione si siano affacciate sul mercato Sri (Socially responsible investing) solo per capire che aria tirava, per poi ritirarsi quando si sono rese conto che si tratta di un mercato complesso, ancora fortemente guidato dall?offerta, e cioè dalle banche, più che dai risparmiatori. è ancora raro che un risparmiatore entri in banca e chieda di investire in un fondo socialmente responsabile. Molto più spesso è il venditore che deve intercettare la particolare sensibilità del cliente. Vendere un fondo etico non è semplice. è necessario prima educare i venditori, spiegare loro che cosa si intende per responsabilità sociale d?impresa, organizzare incontri di formazione, individuare un target di potenziali clienti. Bisogna essere in grado di raccontare le storie che stanno dietro alle aziende socialmente responsabili nelle quali si investe. La maggior parte delle banche non ha tempo da perdere dietro a queste cose, soprattutto in un periodo di vacche magre per il risparmio gestito in generale. Tornando alla domanda del lettore, penso che sia importante guardare alla qualità del mercato più che alla quantità. I fondi etici Valori Responsabili, collocati da Banca Etica, sono ancora gli unici nel panorama italiano ad avere il coraggio di pubblicare su Internet la lista completa delle imprese e degli Stati nei quali investono. Gli unici che fanno certificare esternamente, con cadenza mensile, il rispetto dei criteri etici. Preferirei quindi avere un mercato meno in ansia per le masse gestite, ma più trasparente e basato su criteri etici più rigorosi. Certo, la quantità è importante, soprattutto in vista della partecipazione alle assemblee degli azionisti delle imprese nelle quali si investe. Se si partecipa con 40mila azioni si può sicuramente prendere la parola. Con 400mila magari si può anche proporre l?inserimento di un nuovo punto all?ordine del giorno, come l?utilizzo delle energie rinnovabili nel processo di produzione, oppure l?elezione di un maggior numero di consiglieri indipendenti nel cda eccetera. La differenza, in questo caso, la faranno i fondi pensione: se si riuscirà a veicolare anche una piccola parte del Tfr, che si libererà con l?annunciata riforma delle pensioni, verso fondi pensione etici basati su criteri rigorosi, gli asset del mercato finanziario etico potranno aumentare anche fino al 10% del totale del risparmio gestito. Ci fa poi ben sperare il crescente interesse che i nostri fondi Valori responsabili stanno riscuotendo tra le istituzioni religiose: parrocchie, missionari, diocesi, seminari si interrogano con sempre maggiore convinzione sull?uso responsabile della loro liquidità. Ci sono senza dubbio molti segnali positivi. Pensiamo però prima alla qualità: la quantità arriverà di conseguenza. di Fabio Salviato presidente della Banca popolare etica


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