Non profit

Intervista a Emanuele: “Non m’illudo, arrivano altri colpi di mano”.

Parla il presidente della Fondazione Cassa di risparmio di Roma: "Dopo la nuova normativa fiscale, chissà cosa escogiteranno contro di noi"

di Francesco Maggio

E’ sempre in prima linea a difendere l?operato delle fondazioni, a rivendicarne gli straordinari meriti, a sottolinearne il ruolo da protagonista che svolgono nel Paese, ma anche a riprenderne i passi falsi, quando compiuti. Emmanuele Emanuele, presidente della Fondazione Cassa di risparmio di Roma e vicepresidente dell?Acri, è una delle personalità più autorevoli e ?schiette? del mondo delle fondazioni di origine bancaria e a lui chiediamo un bilancio di quest?ultimo anno, per molti versi decisivo per il settore.
Etica & finanza: Presidente, allora come è andata quest?anno, dopo le sentenze della Consulta del settembre 2003? C?è stata la tanto auspicata svolta?
Emmanuele Emanuele: Io non credo che si debba parlare di svolta perché le fondazioni hanno sempre camminato benissimo da sole, indipendentemente dalle norme che nel corso di questi anni ci hanno ostacolato. Nonostante gli interventi normativi che si sono succeduti dal 1990 in poi, le fondazioni, incuranti di tutto, hanno continuato a fare egregiamente il proprio dovere in questo Paese dove si parla tanto di welfare in ritirata ma poi chi davvero fa fino in fondo la propria parte nel sociale, nella sanità, nella ricerca, nella cultura e in molti altri settori, sono sempre le fondazioni.
E&F: Quindi, a suo avviso, le sentenze della Corte Costituzionale non hanno inciso molto?
Emanuele:Le sentenze della Corte Costituzionale hanno avuto il grande merito di sancire il pieno riconoscimento di quei principi di indipendenza e libertà cui da sempre ci ispiriamo. Abbiamo quindi atteso altri sei mesi per avere la normativa di adeguamento. Quando sembrava che tutto ormai fosse a posto, ecco che siamo diventati oggetto di una nuova attività persecutoria che ha prodotto una normativa fiscale unica al mondo, che colpisce le fondazioni. Noi avevamo la tassazione al 50% sui nostri proventi, oggi si è tornati alla tassazione integrale.
<><>:Si aspetta, quindi, altri colpi di mano?
Emanuele:Non ho mai avuto dubbi in proposito.
E&F: Converrà, però, che certi legami con le banche non giovano ?alla causa??
Emanuele: Sono d?accordo, noi dobbiamo liberarci delle banche ed essere i testimoni dell?eticità del sistema. Noi siamo usciti da un groviglio incredibile con le sentenze della Consulta e subito dopo siamo entrati nella Cassa depositi e prestiti (la Fondazione Cariroma è rimasta fuori, ndr) Dico allora: cari colleghi, ma proprio non vi è bastata? Per anni siamo stati tacciati di essere i banchieri occulti e oggi che fate? Rischiate di essere identificati come imprenditori di un Iri bis.
E&F: Secondo lei, le fondazioni di origine bancaria possono cambiare la natura del non profit italiano indirizzandolo verso il modello anglosassone che ruota, appunto, attorno alla figura delle fondazioni?
Emanuele: Penso proprio di sì, pur mantenendo alcune peculiarità assolutamente uniche. Noi dobbiamo rappresentare il faro di una civiltà diversa con radici cristiane. Questo è il nostro made in Europa. Purtroppo non a tutti è chiaro, alcuni di noi continuano a commettere errori, altri ricominciano a brandire la spada, io mi auguro di poter indicare ancora una volta la via. Il mio faro è rappresentato da ciò di cui mi occupo. Io mi occupo di gente che ha bisogno, mi occupo strumentalmente di dividendi, ma il mio vero obiettivo è la solidarietà, la mia vocazione mi colloca inequivocabilmente verso una soluzione strutturale diversa dall?attuale.
E&F: Ma crede che questa sua ?visione? contagierà il sistema?
Emanuele: Quando affermo certe cose ottengo consensi uanimi, cosa succede dopo, però, non lo so. La mia voce è una voce credibile, non confutabile ma sono consapevole che convincere gli altri non è facilissimo. Eppure le mie convinzioni non sono solo di ordine morale e religioso, sono suffragate da robuste motivazioni tecniche. Io sono convinto che un nuovo percorso si possa intraprendere. Dico, quindi: cogliamo questa occasione storica altrimenti potranno scaturire tempi più cupi. Il mondo va necessariamente verso il settore non profit. Guardiamo alle iniziative straordinarie che stanno emergendo ?dal basso?. Perché allora non essere noi gli artefici di questo cambiamento? Noi dobbiamo esplorare una grande prateria che si è aperta, purtroppo, a causa di un disagio sociale sempre più diffuso.

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