Welfare

Carcere. Il mea culpa di Emilio Di Somma. Cassa Ammende, restituiamo tutto

Dopo mesi di silenzio il vice capo del Dap annuncia che il fondo per l’inserimento lavorativo dei detenuti sarà operativo dal prossimo gennaio.

di Redazione

Si aprono le serrature della Cassa Ammende. A una settimana dall?inchiesta di Vita (vedi Dove sono spariti i soldi dei detenuti?) che denunciava il congelamento del fondo destinato al sostegno lavorativo dei detenuti (circa 80 milioni di euro), il vice capo del Dap, il Dipartimento dell?amministrazione penitenziaria, nonché vice presidente della stessa Cassa Ammende, Emilio Di Somma annuncia al nostro settimanale che «i primi progetti privati saranno finanziati dal consiglio di amministrazione del prossimo gennaio». Vita: Finalmente, stavamo iniziando a perdere le speranze. Emilio Di Somma: Quei soldi sono risorse dei detenuti ed è giusto che vadano a loro vantaggio. Vita: Quanti progetti state esaminando? Di Somma: La maggior parte ci sono stati solo preannunciati, ma non sono ancora arrivati. Vita: In che modo avete pubblicizzato l?esistenza della Cassa Ammende? Di Somma: Il 30 luglio abbiamo inviato una circolare a tutte le strutture periferiche dell?amministrazione penitenziaria. Vita: E i privati ? Di Somma: Non abbiamo mai fatto mistero dell?esistenza di questo fondo. E il fatto che i progetti stanno arrivando significa che la questione è nota. Vita: Intanto però, e ben prima di questa estate, sono stati approvati due progetti entrambi dal Dap. Com?è stato possibile? Di Somma: In realtà è stato approvato un solo progetto promosso dalla direzione generale dei detenuti in trattamento. L?approvazione definitiva è avvenuta nell?ultima seduta del consiglio di amministrazione di fine novembre e quindi dopo il via libera al regolamento emanato il 26 febbraio scorso. L?altro progetto, quello riguardante la telemedicina, del valore di 3 milioni di euro, invece è stato sospeso per approfondimenti. Vita: Perché in occasione di quella seduta del consiglio di amministrazione non avete esaminato proposte provenienti da altri enti? Di Somma: Quello sulla psichiatria era un progetto presentato con largo anticipo, e poi le iniziative dell?amministrazione hanno per legge la precedenza rispetto ai privati. Teniamo presente che nel consiglio di amministrazione che esamina le proposte siedono anche rappresentanti esterni, primo fra tutti il delegato del ministero degli Esteri. Non abbiamo nulla da nascondere. Vita: Però la Cassa Ammende serve per favorire l?inserimento lavorativo dei detenuti. Di Somma: L?importante è che questi soldi siano spesi in favore della popolazione detenuta. Poi, certo, i progetti devono avere una ricaduta nella vita professionale dei carcerati. In questo caso i detenuti con problemi psichiatrici saranno anche utilizzati per la riorganizzazione di alcune strutture. Per questa mansione saranno pagati proprio dalla Cassa Ammende. Vita: «Precedenza all?amministrazione penitenziaria» significa che per le associazioni gli spazi sono chiusi? Di Somma: Non vuol dire soffocare gli spazi per il privato sociale. Anzi. Considerate le difficoltà che il pubblico incontra nel creare occasioni di lavoro che offrano uno sbocco anche dopo la scarcerazione, penso che le associazioni su questo terreno possano essere protagoniste. Vita: Quindi, se un?associazione volesse proporre un progetto cosa deve fare? Di Somma: Chiamare la segretaria della Cassa Ammende, qui al Dap, al numero 06.665911.


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