Welfare

Giustizia: “Il salva Previti? Una mannaia per i più poveri”

La denuncia della Conferenza nazionale volontariato giustizia contenuta in una lettera inviata al Parlamento

di Redazione

Dalla proposta di legge sul cosiddetto salva-Previti, nascera’ un ”doppio binario della giustizia. Chi ha una buona difesa tecnica, grazie ai tempi lunghi del processo, riuscira’ a garantirsi l’impunita’, chi invece ha meno risorse sara’ piu’ probabilmente a rischio di condanna e quindi di recidiva e percio’ di maggiore penalizzazione”. Lo afferma la Conferenza nazionale volontariato giustizia (organismo che riunisce le associazioni che operano nelle carceri) che ha inviato una lettera aperta al Parlamento chiedendo che si fermi l’iter del provvedimento. ”Il parlamento – afferma la Conferenza – abbandoni il provvedimento che aprirebbe la strada ad un ulteriore atteggiamento di vendetta sociale che uno Stato democratico non puo’ avallare e che trova riscontro storico solo nel periodo della dittatura che ha poi portato alla seconda guerra mondiale”. L’organismo di volontariato sostiene che se venisse approvata la legge, si ”costituirebbe il definitivo e tragico passaggio verso una selezione di classe della popolazione detenuta. Da un lato il regime delle prescrizioni, dall’altro le norme sulla recidiva si muovono nella stessa direzione, ossia verso un doppio binario di giustizia”. In particolare, sulla prescrizione, la Conferenza ritiene che ”la riduzione dei tempi di prescrizione per alcuni gravi reati costituisce un grosso rischio per la celebrazione dei processi piu’ importanti. Non c’e’ processo ai danni di un tossicodipendente, di un immigrato, di uno qualsiasi degli abitanti delle nostre carceri che non si chiuda in tempi rapidi. Altro che prescrizione! Quest’ultima opera solo sui processi penali con una difesa tecnica efficiente la quale utilizza strategie dilatorie. Cio’ significa che solo la microcriminalita’ diffusa verra’ giudicata, condannata, incarcerata e ulteriormente penalizzata da questa legge”. Sulla recidiva, ”almeno il 60% della popolazione detenuta negli istituti penitenziali e’ costituito da persone che hanno un legame con le questioni dell’immigrazione o della tossicodipendenza. Per ciascuno di essi vi e’ un alto rischio di esclusione sociale primaria e secondaria, e quindi di recidiva. Si tratta di un nutrito numero di persone che vive di piccoli espedienti. Saranno loro a cadere sotto la mannaia della legge Cirielli-Vitali. L’aumento delle pene, seppur indiretto, e la riduzione all’osso delle possibilita’ di fruire dei benefici penitenziari e delle alternative alla detenzione produrra’ un effetto di sovrappopolazione detenuta. Questa legge aumentera’ notevolmente la popolazione detenuta”. ”Rimane il fatto – si legge ancora nella lettera – che la strada, delineata ormai con nettezza, e’ esattamente quella: riempire le carceri di quante piu’ persone ed emarginati possibile. Ad esempio, prevedere che colui il quale evade da una misura penale esterna poi, se recidivo, non possa avere piu’ alcun beneficio, oppure ridurre al lumicino le possibilita’ di avere permessi premio, affidamento, detenzione domiciliare o semiliberta’ significa togliere di mezzo l’impianto risocializzante della Gozzini. Dichiariamo inamissibili le scelte in materia penale e penitenziaria portate avanti da questo governo, e culturalmente assecondate da gran parte dell’ opposizione. Infatti se e’ pur vero che questa legge potra’ ‘salvare’ qualcuno, rimane certo che sommergera’ definitivamente tantissimi altri, la gran parte della popolazione detenuta e delle aree di marginalita’ sociale, nella logica di essere deboli con i forti e forti con i deboli. Di questi, ci facciamo in qualche modo portavoce, in quanto quotidianamente impegnati come volontari nelle carceri e sul territorio per una maggiore giustizia sociale e per favorire percorsi di integrazione. Questa legge e’ una inaccettabile discriminazione e contraria ai principi della Costituzione, non tanto perche’ salvera’ il potente di turno ma perche’ costituisce una pietra al collo, una condanna senza appello per i sommersi, per le decine di migliaia di poveri ed emarginati”.


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