Cultura

Lavoro: un nuovo posto su 4 nel 2000 è stato part-time

Isfol: aumenta la probabilita' di rimanere occupati con un lavoro part-time, diminuisce la probabilita' di passare dal part-time al tempo pieno

di Gabriella Meroni

Quasi un quarto della nuova occupazione creata nel 2000 e’ con contratto a part time. Lo rileva l’Isfol, in uno studio sulla ”Riforma del part time – Il compromesso tra tutela e flessibilita’ in Italia e in Europa”. Il 47% dei lavoratori assunti a part time era inattivo o in cerca di lavoro, rileva l’Istituto, il 28% proveniva da contratti a tempo indeterminato e full time, il 9% da contratti a termine e il 16% da un lavoro autonomo. L’indagine mete in evidenza anche come negli anni sia aumentata la probabilita’ di rimanere occupati con un lavoro part time, mentre diminuisce la probabilita’ di passare dal part time al tempo pieno: analizzando gli esiti occupazionali a 12 mesi, degli occupati a part time dell’aprile ’99 (1,6 mln di lavoratori), il 16% risulta non avere piu’ un’occupazione, il 59% resta nel part time, il 25% ottiene un contratto full time. Ma il tempo parziale registra anche un’alta media di ore lavorate: in media si tratta di 30 ore settimanali, con punte di 36 ore per il 16% degli occupati. Nello studio monografico, infine, l’Isfol scandaglia il ruolo attribuito alla contrattazione collettiva nell’articolazione in concreto del part time. Una contrattazione, rileva l’Istituto, che ”sebbene per larga parte risulti ancora deludente ci mostra alcuni casi di eccellenza: Ikea, Poste Italiane, Wind, Blu e Nestle’, quest’ultima particolarmente interessante per l’introduzione dello job sharing”.


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