Sostenibilità

Perché tutti dobbiamo opporci allo scempio.

di Fulco Pratesi

Se esiste un territorio che può essere considerato il simbolo delle montagne di tutto il mondo, queste sono le Alpi. Addirittura in Dancalia, in Nuova Zelanda e in tanti altri Paesi, catene montuose vengono definite ?Alpi?. La loro bellezza, la loro varietà di paesaggi, che vanno dai monoliti solari delle Dolomiti agli spuntoni aguzzi del Cervino e del Bianco, dai panettoni calcarei delle Alpi Giulie ai ghiacciai dello Stelvio; la loro flora e la loro fauna accantonate qui dalle ultime glaciazioni quaternarie, la ricchezza di costumi, tradizioni, insediamenti umani – dalle baite alle malghe, dai fienili ai sentieri, dalle edicole sacre alle recinzioni – ne fanno qualcosa di unico, suddiviso in tante nazioni, lingue, dialetti, popolazioni diverse, dagli Occitani ai Ladini, dai Walser ai Mocheni. Insomma, un luogo che meriterebbe ogni cura e salvaguardia. Invece, a parte le aree protette che fortunatamente si vanno sempre più estendendo, dal Tarvisiano alle Marittime – con parchi nazionali, riserve naturali, parchi provinciali, oasi WWF – l?erosione capillare e metastatica si diffonde. Nuove cave, nuove strade, nuovi tunnel, nuovi canali di gronda, nuovi elettrodotti ma soprattutto nuovi insediamenti. Nuovi bacini sciistici, sciovie, seggiovie, cabinovie, ovovie, parcheggi, alberghi, al servizio di piste sempre più larghe scavate nei boschi e sui pascoli e infarinate di neve artificiale se quella naturale latita, come sta succedendo ormai da anni grazie al riscaldamento del clima. Contro il degrado di un ambiente unico al mondo, ci si sta però muovendo. Il fatto di essere incluse in una delle 200 ecoregioni più importanti segnalate dal WWF dovrebbe almeno servire, se non è troppo tardi, a limitare i danni che nel versante italiano stanno apportando manifestazioni sportive come le Olimpiadi invernali in Piemonte, i Campionati del mondo sullo Stelvio, le nuove infrastrutture nella già martoriata Val di Susa, autostrade in progetto e in costruzione un po? ovunque. Noi del WWF ce la stiamo mettendo – come potrete leggere nei testi che seguono – tutta. Ma proprio tutta. di Fulco Pratesi presidente WWF Italia


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