Salute
Celiachia o allergia al frumento? Meglio fare chiarezza
L'Associazione italiana Celiachia e Food Allergy Italia fanno chiarezza su cause e sintomi e chiedono etichette alimentari affidabili. Le due associazioni di pazienti chiedono attenzione nel comunicare gli incidenti legati all’assunzione di allergeni e lanciano un appello alle istituzioni per etichette alimentari più chiare

Distinguere tra celiachia e allergia al frumento per evitare confusione. Aic – Associazione Italiana Celiachia, che da 45 anni è al fianco delle persone celiache, e Food Allergy Italia, che dal 2002 sostiene le persone con allergia e intolleranza alimentare, in un comunicato congiunto fanno chiarezza sulle cause e i sintomi delle due malattie e lanciano un appello alle istituzioni italiane ed europee affinché vengano adottate regole chiare e affidabili per le etichette alimentari a tutela della salute delle persone celiache e allergiche.
Due patologie distinte
La celiachia e l’allergia al frumento sono due patologie distinte che vengono erroneamente associate, creando in alcuni casi allarme nella popolazione. «Troppo spesso, quando si verificano incidenti anche fatali per i pazienti allergici, le malattie vengono confuse», si legge nella nota: «soltanto una diffusa e corretta conoscenza può garantire la tutela della salute dei pazienti che, anche se in modalità diverse, sono ugualmente esposti a rischi e complicanze molto serie».

La malattia celiaca o celiachia è una infiammazione cronica dell’intestino tenue, scatenata dall’ingestione di glutine in soggetti geneticamente predisposti. Si stima che soltanto il 3% sviluppi effettivamente la malattia: è caratterizzata da un quadro clinico molto variabile che va dalla diarrea profusa con marcato dimagrimento a sintomi extra-intestinali alla associazione con altre malattie autoimmuni. Sono 265.102 le persone celiache in Italia (dati Ministero della Salute, 2023) «ma consolidate evidenze scientifiche epidemiologiche stimano che la celiachia riguardi oltre l’1% della popolazione e che quindi siano circa 400mila i casi non ancora diagnosticati».
L’allergia al frumento è una condizione patologica completamente differente che coinvolge meccanismi immunitari diversi: può essere scatenata da un complesso di molecole del frumento anche diverse dal glutine e comporta tempi di risposta e reazioni ben distinte da quelle della celiachia, inclusi l’eruzione cutanea e lo shock anafilattico.
Nella celiachia l’unica via di esposizione al glutine in grado di attivare la malattia è quella intestinale, quindi soltanto assumendo glutine con l’alimentazione un celiaco può sviluppare sintomi, mentre le vie di innesco dell’allergia al frumento includono anche il sistema respiratorio, la cute e le mucose. Anche il meccanismo patogenetico della celiachia è diverso da quello delle allergie alimentari, per cui l’ingestione di glutine nelle persone celiache non provoca lo shock anafilattico. La celiachia presenta un effetto tossico del glutine che si innesca e amplifica con una esposizione continuativa e prolungata, anche a piccolissime dosi, a differenza delle allergie, a cui può bastare un’unica esposizione, anche qui anche a dosi molto piccole, di frumento per portare al meccanismo di attivazione della reazione allergica. Il celiaco, tuttavia, può sviluppare una sintomatologia gastrointestinale anche acuta, particolarmente pericolosa in soggetti fragili, come bambini, anziani o donne in gravidanza, e che in alcuni casi può portare anche al ricovero ospedaliero. «Per questo è particolarmente importante», sottolinea Rossella Valmarana, presidente di Aic, «che gli operatori del settore alimentare, in particolare i ristoratori, siano adeguatamente formati su come gestire l’accoglienza di un celiaco o di una persona allergica».
Un labirinto per i consumatori
«Un altro tema per noi molto importante è l’etichettatura degli alimenti, in particolare degli allergeni alimentari. Oggi assistiamo a una situazione così confusa che addirittura il recente rapporto speciale della Corte dei Conti Europea l’ha definita “un labirinto” per i consumatori», continua Marcia Podestà, presidente di Food Allergy Italia.
Un prodotto, per essere definito “senza glutine” e garantire la salute dei pazienti celiaci, deve contenere una concentrazione di glutine non superiore ai 20 parti per milione o mg su kg. Per quanto riguarda invece l’allergia al frumento, si stima che il 95% dei pazienti allergici possa tollerare e, quindi, assumere fino a 5 mg di proteine totali del frumento in un’unica dose, con eccezione del restante 5% di persone che presentano soglie di tolleranza più basse.
È fondamentale quindi che le etichette alimentari prevedano l’utilizzo di scritte precauzionali che tengano conto di queste differenti soglie per garantire la protezione adeguata a tutti i pazienti, celiaci e allergici. Nasce da qui la volontà di Aic e Food Allergy Italia di lavorare in modo congiunto a livello nazionale e internazionale, per trovare soluzioni che proteggano tutti i pazienti in ogni situazione. «L’attuale normativa dell’Unione Europea sull’etichettatura precauzionale degli allergeni (articolo 36 del Regolamento 1169/2011) è infatti carente: poiché non sono mai stati emessi i necessari atti esecutivi per regolamentarne l’utilizzo, oggi, la scritta “Può contenere..” è soggetta a interpretazioni diverse con grande incertezza per i consumatori», spiega la nota.
Etichettatura precauzionale, obiettivo congiunto
L’obiettivo congiunto di Aic e Food Allergy Italia è che «l’etichettatura precauzionale rientri tra le informazioni obbligatorie delle etichette, basate sulla gestione del rischio quantitativo e qualitativo degli allergeni e per questo, attraverso le rispettive Federazioni europee Aoecs ed Efa, sono attive presso la Commissione del Codex Alimentarius che si sta occupando in questo periodo proprio della regolamentazione delle etichette precauzionali attraverso la creazione di specifiche linee guida, standardizzate a livello internazionale».
Nell’attesa di interventi istituzionali, Associazione Italiana Celiachia e Food Allergy Italia APS hanno definito specifiche raccomandazioni per i pazienti.
- Aic – Associazione Italiana Celiachia
Per i prodotti alimentari e le bevande che potrebbero contenere glutine, Aic si ispira al principio della massima cautela e consiglia di affidarsi alla dicitura “senza glutine”. «Questa dicitura, pensata appositamente per i celiaci, garantisce per legge il rispetto della soglia massima di glutine loro consentita. Questa dicitura non è destinata ai soggetti allergici al frumento e non va ricercata negli alimenti che sono senza glutine in natura e per cui la norma stessa ne vieta l’utilizzo, potendo essere ingannevole e confondente per i pazienti-consumatori».
- Food Allergy Italia
Per i prodotti alimentari e le bevande che potrebbero contenere allergeni, anche Food Allergy Italia si ispira al principio della massima cautela e consiglia di leggere sempre le etichette dei prodotti e di rivolgersi al proprio allergologo per quanto riguarda la gestione della dieta di eliminazione. «Non è consigliabile il consumo di prodotti con l’etichettatura precauzionale senza una valutazione clinica completa e la consapevolezza che sia stata condotta una appropriata valutazione del rischio allergenico».
In apertura, fotografia di Ali Inay su Unsplash
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