Economia

Calabria: non chiamatela Cenerentola, ha una cooperazine di serie A.

È l’appello di monsignor Giancarlo Bregantini, vescovo di Locri e instancabile fondatore di imprese sociali. Che oggi nel Reggino danno risposte concrete alla sete di lavoro.

di Redazione

C?è in Calabria un modello che cresce, fa rete, si allarga, è complementare con altre realtà, resiste ai poteri forti e alla sopraffazione, costruisce, crea nuove opportunità di lavoro partendo dalle risorse del territorio, delle aree interne. È il cosiddetto ?modello Locride?, un lembo di terra non più solo dominio delle organizzazioni mafiose, potere reale e parallelo. C?è una comunità che prova a liberare, a creare un?economia. Iniziatore e sostenitore è il vescovo Giancarlo Bregantini, da dieci anni guida della diocesi di Locri e da quattro presidente della Commissione Cei su problemi sociali, lavoro, giustizia e pace. Di origini trentine, lavora da molti anni al Sud: prima di Locri, è stato a Crotone e in Puglia. Uomo concreto, ma di profonda spiritualità, è sostenuto da un incrollabile ottimismo: «La Calabria è in piedi, sta cambiando. Più che come frutti visibili, come coscienza. Che è la premessa per ogni altro cambiamento». SocialJob: Ma basta questo o ci vuole dell?altro? Giancarlo Bregantini: Bisogna sostenere questo cambiamento, guardare con occhi diversi realtà periferiche come la Locride. La Regione deve essere più decisa, la classe politica non deve prendere in giro le persone, ma collaborare fino in fondo. Alle realtà nazionali spettano altre risposte, non solo una devolution egoistica o privatistica. SocialJob: l’imprenditoria sociale ha un impatto sul tessuto economico regionale? Bregantini: Certamente, anche se il tessuto economico non può essere fatto solo di Terzo settore, ma del primo e del secondo. Il Terzo settore non deve essere un ripiego, visto che non ci sono gli altri due, ma un premio. Come ci dimostrano le regioni del Triveneto, dove il Terzo settore è decisivo, ma non esclusivo, non carenza di…, ma pienezza di. SocialJob: In che termini si può sviluppare l?impresa sociale e fino a che punto può rappresentare una via allo sviluppo? Bregantini: L?impresa sociale è decisiva perché copre spazi che nessun altro copre. Risponde alle grandi domande sull?emarginazione, sul dolore, sull?handicap. Rappresenta una via di sviluppo, a patto che si colleghi alle altre realtà territoriali. SocialJob: Lei, insieme a tanti giovani, è stato artefice di una collaborazione con la realtà cooperativa del Trentino. Oggi questa complementarietà e sinergia come proseguono? Bregantini: È stata una grazia del Signore, un dono dello Spirito. Ci ha permesso di scoprire la complementarietà Nord-Sud e due grandi valori. Primo: il Sud ha delle risorse inaspettate che nemmeno noi riusciamo a capire. L?incontro con altre realtà ci ha permesso di diventarne consapevoli, valorizzarle e soprattutto utilizzarle in chiave di reciprocità. Per cui si sono innestati prodotti del Sud e catena produttiva e commerciale del Nord. SocialJob: Una collaborazione a senso unico? Bregantini: No. Anche il Nord ha bisogno del Sud, per vincere l?egoismo del benessere che soffoca e chiude. È un ricevere che restituisce, e un dare che raccoglie. In questo senso la complementarietà con il Trentino prosegue. È partita dal mondo agricolo con la produzione in serra dei lamponi: non a luglio, ma a dicembre. La Calabria ha tanto sole da farli diventare rossi d?inverno… sembrava un miracolo. È un dono di Dio poter raccogliere i lamponi rossi a dicembre, no? Nel settore sociale è nato, con la collaborazione del Trentino, un consorzio di cooperative sociali, d?intesa con il consorzio Cgm. I legami si sono allargati da regione a regione, da metodo a metodo. Il consorzio si chiama Goel, colui che prende a cuore la storia dell?altro. In particolare noi additiamo la figura di Booz, della storia di Ruth, che per noi è l?icona di tutte le attività cooperativistiche. Ruth rappresenta la Calabria, la nostra povertà, Booz rappresenta il Trentino. Nella Bibbia alla fine i due si sposano. SocialJob: Altre iniziative concrete? Bregantini: Sono nate cooperative turistiche, nuove realtà agricole, si tratteranno le arance che saranno inserite nel Said di Trento. Abbiamo lavorato con il Nord per valorizzare l?olio, il vino e altri prodotti. Siamo ormai un modulo. Se tutte le regioni si fossero incrociate, intessute, con trama e ordito, non avremmo i problemi della devolution che abbiamo ora. Ma avremmo una politica rispettosa di ciascuno. SocialJob: Il protagonismo dei giovani nel lavoro passa attraverso l?autoimprenditorialità. L?esperienza del vostro sportello Crealavoro ha portato frutti? Bregantini: Crealavoro ha dato origine a molte cooperative, piccole imprese individuali nate dall?ascolto. Ha aiutato a vincere la passività, impedito che molti giovani si rivolgessero alla mafia. Ha dato risposte sul piano della fiducia e della cultura. In più si è innestato sul progetto Policoro. Le due realtà, in diocesi e in Calabria, si sono fuse bene, permettendo frutti positivi. Va detto che adesso sogniamo altre realtà, come la collaborazione con Italia Lavoro o la gestione, o cogestione, della legge Biagi. Vorremmo valorizzarle, e anche se abbiamo grandi riserve sulla legge Biagi, di fatto ci dà opportunità notevoli. E i collegamenti sono anche con altre forze, come la Compagnia delle Opere. Non è una cosa isolata, d?élite, ma si sta intrecciando. In Calabria più si riesce a fare rete, meglio è. SocialJob: Il modello che sta cercando di costruire e che funziona, nonostante i disturbi dei poteri forti e violenti, può essere ripetuto in altri territori? Bregantini: Certo, tanto che è diventato un modello. La Locride per sua natura è una delle realtà più difficili, se è riuscito qui… Se le cooperative dei lamponi sono nate a Platì e San Luca, in Aspromonte, ce la possono fare anche in altre zone. In Basilicata e Puglia questi modelli sono in atto; l?Abruzzo, che pure anni fa era come la Calabria, oggi è una regione lanciata. SocialJob: Come si può recuperare questo ritardo? Bregantini: Sempre con gli stessi valori: l?amore alla propria terra, la capacità di valorizzare le risorse, la fierezza del popolo, un?amministrazione che va incontro alle attese, un?esperienza sindacale non litigiosa, ma produttiva, una risposta dignitosa sul piano operativo. Tutto qui.


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