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Egitto: lottare contro le cavallette a colpi di fatwa

Di fronte all'incapacità del governo eigiziano di poter sconfiggere l'invasione di cavallette, le autorità religiose autorizzano a mangiarle

di Joshua Massarenti

“Mangiare le cavallette è lecito sul piano religioso. Anzi, è un dovere nazionale per aiutare il governo a lottare contro di loro”. Così, il capo del comitato delle fatwa (avvisi religiosi autorizzati) Abdel Hamid al-Atrache si è rivolto agli egiziani per incoraggiarli a sbarazzarsi di un insetto che dal mese di novembre ha invaso i campi dell’Egizio mettendolo a reprentaglio la produzione agricola del Paese. Provando gli egiziani “che le cavallette sono pulite”, quindi comestibili, la sorprendete proposta del comitato non ha mancato di scuscitare polemiche, anche tra chi, come la scrittrice Sakina Fouad è rimasto esterefatto dall’impotenza del governo nel lottare contro l’invasione di cavallette.

A detta della Fouad, “si è già dato da mangiare agli egiziani zampe di pollame, non è abbastanza?”. Per poi lanciare l’offensiva finale ricordando che gli “egiziani non si sono mai cibati di cavallette. La fatwa è una grande delusione”. Che la soluzione del problema spetti a Dio rimane una questione aperta. Di sicuro, gli egiziani rischiano di apparentare l’invasione delle cavallette a una maledizione divina. A ricordarlo è la Fouad, pronta a citare un episodio davvero inconsueto. “Durante una conferenza stampa ad hoc organizzata presso il Ministero dell’agricoltura, il ministro al-Leissi ha voluto rassicurare il popolo egiziano sostenendo che le cavallette erano state respinte. Ma proprio nel corso della sua allocuzione, un’ondata di cavallette ha investito il palazzo ministeriale, spingendo alcuni burocrati a chiudere le finestre invocando la giustizia divina”.

In assenza di spiegazioni scientifiche, gli egiziani cercano di combattere il fatalismo con giustificazioni strampalate. Per un giornalista del quotidiano Al Ahram, la maledizione delle cavallete sarebbe stata causata da “videoclip poco religiosi. Siamo diventati una società piena di peccati divini”.

Interpretazioni religiose a parte, gli attacchi annuali di cavallette rappresentano l’ottava piaga del Paese. A mettere a rischio il sonno degli egiziani, è lo spettro della carestia. La gente si sta convincendo che con la distruzione dei raccolti, i prezzi dei prodotti alimentari di base cresceranno a ritmi vertiginosi.

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