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Mondo

Somalia: parla il delegato italiano

Mario Raffaelli segue per l'Italia il processo che dovrebbe ridare un governo alla Somalia

di Emanuela Citterio

Il governo della Somalia è nato il primo dicembre, a Nairobi. Dove, per ragioni di sicurezza, si trovano i neoministri, il presidente e il parlamento. Entro fine gennario, il governo, frutto di delicati equilibri costruiti dai somali e dalla diplomazia internazionale, dovrebbe installarsi in Somalia. Un equilibrio, quello creato a Nairobi, che ha mostrato la prima fragilità dopo pochi giorni: il primo ministro, Mohammed Ali Gedi, uno dei rappresentanti della società civile, è ?caduto? dalla sua carica l?11 dicembre, per mozione di sfiducia da parte del neo-parlamento somalo. Ecco cosa ci ha detto Mario Raffaelli, delegato per l’Italia e dell’Igad nel processo di ricostruzione delle istituzioni in Somalia dopo 13 anni di anarchia: “La sfiducia del Parlamento nei confronti del primo ministro è stata certamente il segno di una insoddisfazione verso la scelta di governo complessiva (il solito problema del bilanciamento fra clan) ma, tecnicamente, non e’ stata una sfiducia politica, bensì sulle procedure. Infatti, non è stato rispettato un articolo della Costituzione che prevede una prima fiducia al primo min istro precedentemente alla formazione del governo. Per questo il Presidente ha dimesso il primo ministro e, con l’accordo dello speaker della Camera, lo ha reincaricato”. Tra oggi e domani Gedi dovrebbe ripresentarsi al Parlamento con il programma e quindi, ottenuta la prima fiducia, formerà il governo e tornerà in Parlamento per il secondo voto. “Si può dire che sono i primi faticosi passi di questa nuova ginnastica democratica” commenta Raffaelli. Che giudica “importante che sia stata ribadito e accettato il primato del Parlamento come sede principale del faticoso processo democratico”. Info: Sul prossimo numero di Vita in edicola da sabato un servizio sulla Somalia con l’intervista integrale a Mario Raffaelli.


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