Formazione

Farmaceutici: e la pillola va su…

Sono corteggiate dai fondi etici. Hanno il semaforo verde dagli indici sostenibili, da Ethibel al Djsi.

di Ida Cappiello

Le grandi multinazionali farmaceutiche sono sempre più ?corteggiate? dai fondi d?investimento etici. È un fatto che può sorprendere, considerando l?immagine controversa, per non dire negativa, che ha di loro la pubblica opinione, e le ricorrenti critiche da parte del non profit. Eppure, nei 20 titoli più presenti nel portafoglio dei fondi europei ci sono 4 aziende leader: Astrazeneca, Pfizer, Novartis, Glaxosmithkline. Un quinto nome eccellente, Roche, è entrato da poco nel Dow Jones Sustainability Index. Abbiamo indagato, allora, le ragioni – e sono tante – che portano gli investitori responsabili a promuovere i colossi della salute nonostante le criticità.

Le questioni aperte
Le obiezioni mosse ai colossi della salute sono essenzialmente tre. La prima: dato che il consumatore di farmaci non ha un rapporto diretto con il prodotto, ma mediato dalle strutture sanitarie, questo diminuisce la trasparenza, e dà spazio a forme di promozione occulte, che in più fanno lievitare i prezzi. Nei Paesi poveri il costo elevato dei farmaci e la loro difficile accessibilità può diventare una condanna a morte per decine di migliaia di persone. Infine, l?informazione sugli effetti collaterali dei farmaci (si vedano le polemiche negli Usa sull?antinfiammatorio Bextra di Pfizer, sospettato di rischi cardiovascolari) tende a essere sottovalutata dai produttori, ansiosi di recuperare, attraverso le vendite, gli investimenti in ricerca.

Un insieme di criteri
Possibile che la ?bussola? degli investitori non tenga conto di queste obiezioni? La realtà è un po? diversa. Il motore principale delle scelte dei fondi, infatti, sono i benchmark etici, gli indici finanziari creati da agenzie specializzate, un mix di titoli meritevoli già ?dosati? nella quantità ottimale. Il Dow Jones sostenibile è forse il più noto, ma altrettanto autorevole è, in Europa, l?indice Ethibel dell?omonima agenzia non profit belga. Anche l?italiana Axia realizza un indice.
Per tutti, una squadra di analisti specializzati va a caccia di aziende prima di tutto sane e profittevoli (e le farmaceutiche generalmente godono di ottima salute), e poi socialmente responsabili. I criteri per stabilire quanto un?azienda lo è possono essere trasversali (ad esempio la non discriminazione sessuale), o specifici, come, nel nostro caso, la trasparenza sugli effetti collaterali delle medicine; infine possono essere influenzati o meno da principi religiosi. Alcuni indici, infine, premiano la democrazia economica, valutando i titoli in base al flottante di Borsa, cioè la parte di capitale in mano ai piccoli azionisti, altro elemento che caratterizza fortemente le corporation farmaceutiche.

Le scelte dei fondi
Il fondo etico di Pioneer Investments (gruppo Unicredit), tra i leader mondiali del risparmio gestito, ha un portafoglio composto per ben il 15% da titoli farmaceutici, anche se non occupano le prime posizioni. Ma le prospettive sono di ulteriore crescita, dice il gestore Andrea Salvatori.

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