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Nord Uganda: 18 ribelli uccisi da esercito ugandese

Riesplode la violenza tra le forze armate ugandesi e i ribelli dell'Lra. Ma colloqui di pace vanno avanti

di Joshua Massarenti

Almeno 18 ribelli sono stati uccisi tra ieri e l’altro ieri in tre differenti scontri con l’ esercito nel nord dell’Uganda. Lo rendono noto fonti ufficiali riprese dall’Ansa. Cio’ mentre i colloqui di pace tra i ribelli dell’Esercito di Resistenza del Signore (Lra, che da 18 anni operano con straordinaria ferocia nel nord dell’Uganda) ed esponenti governativi sembrano andare bene.

Gli scontri sono formalmente giustificati, poiche’ avvenuti al di fuori dell’area di circa 300 kmq in cui e’ stato proclamato il cessate il fuoco. Ma sono anche, a parere degli osservatori, anche il segnale dell’insofferenza con cui una parte del governo (e quasi tutto l’esercito) subisce i negoziati, che cerca di minare. Il cessate il fuoco e’ stato annunciato per la prima volta dal presidente Yoweri Museveni lo scorso 15 novembre con durata di sette giorni.

E’ stato poi via via prolungato: ora scadrebbe domani, ma se ne da’ per scontato un ulteriore rinvio. Tranne, ovviamente, colpi di coda dell’Lra, o provocazioni mirate dell’ ala dura dell’esercito. Si calcola che la ribellione abbia causato circa 100.000 morti; rapiti e resi schiavi almeno 25.000 bambini; costretto, tra orrori inimmaginabili, 1,5 milioni di persone ad abbandonare villaggi e terre coltivabili per cercare rifugio in campi profughi dove manca anche l’indispensabile per sopravvivere, e spesso in balia delle incursioni dell’Lra.

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