Volontariato
Tagli alla spesa sociale: obbligatori per il 31% dei comuni
Un ricerca dell'Ires sostiene che i tagli dell'offerta sociale del governo mette in difficoltà il welfare locale
“Le risorse per il welfare locale sono sempre piu’ scarse. Si vede, dalla nostra indagine, come l’offerta sociale si sia ridotta per effetto dei tagli che sono stati portati avanti negli ultimi tre anni dal governo”. Lo ha detto il presidente dell’Ires, Agostino Megale, presentando il rapporto “Le 100 citta’ del welfare”.
Secondo la ricerca dell’Ires, “alla luce dei tagli ai trasferimenti previsti dalle diverse leggi finanziarie a partire dal 2002, assieme a normative che riducono il grado di esercizio dell’autonomia locale e ad una disciplina piu’ rigida nella finanza pubblica (patto di stabilita’) negli ultimi anni, i comuni sono dovuti intervenire sui propri bilanci per poter continuare a sostenere la spesa sociale”. Secondo la ricerca “in quasi la meta’ dei comuni capoluogo di provincia si e’ delineata una situazione di stabilita’ della spesa sociale, dovuta principalmente alle scelte politiche e tecnico-operative dell’amministrazione locale”. Nel 31% dei comuni, invece, si e’ registrata una diminuzione della spesa sociale “a causa dei recenti tagli previsti a livello nazionale nei trasferimenti finanziari agli enti locali”. Mentre – continua l’analisi dell’Ires-Cgil – “nel 22,9% dei comuni si e’ avuto un aumento della spesa sociale grazie all’utilizzo di fonti finanziarie ad hoc (per esempio il fondo nazionale per le politiche sociali, la legge 285 del ’97 sull’infanzia e l’adolescenza, finanziamenti europei)”.
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