Welfare

Con il blu passi, con il verde aspetti

Frontiere.

di Redazione

Sobhy Makoul è il segretario del patriarcato maronita di Gerusalemme. Nonché collaboratore dell?Avsi. I 500 componenti della sua comunità, che fino a pochi mesi fa contava 1.400 persone, vivono intorno alla città di Betlemme. Occupandosi per lo più di commercio (artigianato e libri) e di turismo (religioso e non). «Rischiamo l?estinzione», dice. Il problema sono i documenti: la libertà di movimento è condizione necessaria per lavorare, altrimenti meglio andar via (Nord e Sud America le destinazioni più battute). Makoul è fortunato perché ha in tasca la carta d?identità blu, che consente non solo di muoversi liberamente, ma anche di partecipare alle elezioni comunali e dà diritto all?assistenza sociale. Meglio del suo documento c?è solo il passaporto israeliano. La maggior parte dei palestinesi però si deve accontentare della carta d?identità verde, che però non permette di muoversi senza il lasciapassare dell?autorità israeliana (tempo medio di attesa: una settimana, «anche se bisogna andare all?ospedale»). Oppure del foglio arancione, un semplice documento di viaggio, che non ha alcun valore come certificato di identità.


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