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Mercenari? Parla Maurizio Lupi, di Forza Italia. Eppure son qui per un ideale
"Il cuore del problema è quello educativo: perché un giovane deve fare politica. Io dico: per servire gli altri".
Maurizio Lupi, onorevole di Forza Italia e primo motore – mobilissimo – dell?Intergruppo parlamentare per la Sussidiarietà: lei si sente più volontario o mercenario?
Maurizio Lupi: Sicuramente non sono un mercenario della politica. L?unica motivazione che mi ha spinto è quella ideale. Per me la politica è una delle tante modalità dell?uomo per servire l?altro. Un luogo dove chi si vuole impegnare deve porre al centro il desiderio e il bisogno del cittadino. Comunque, l?aspetto più importante è non vivere solo di e per la politica. Io, nel mio piccolo, non ho mai fatto dipendere la mia serenità economica e sociale dalla politica: sono un dirigente della Fiera di Milano in aspettativa.
Vita: Ma esiste o no un problema legato ai costi della politica?
Lupi: Certo, ma il problema della politica non è questo, se regge ancora una visione ideale del mondo, un progetto e una speranza su cui spendersi. Poi, è vero, c?è gente – in tutti gli schieramenti – che non ha nulla a che vedere con questa visione: professionisti o no che siano, poco importa.
Vita: Nei giovani di Forza Italia più che un progetto si vede l?adorazione del capo…
Lupi: Anche nel mio partito molti giovani testimoniano questa passione, la volontà e la capacità di lavorare per cambiare lo Stato e metterlo al servizio del cittadino. Altri giovani, in Forza Italia come altrove, invece non hanno questa spinta ideale. Il cuore del problema resta quello educativo, per dei giovani che fanno politica.
Vita: Nel suo partito ora sembra stiano per averla vinta i Tremonti, i Dell?Utri, gli Scajola. Altro che ?sezione italiana del Partito popolare europeo?. Qui siamo al modello del partito gollista.
Lupi: Forza Italia nasce dalla sintesi tra due grandi anime, quella cattolica e quella liberal-socialista. Se una prevale sull?altra, Forza Italia si snatura. La costruzione della sezione italiana del Ppe, di cui abbiamo discusso al Meeting di Rimini, resta sullo sfondo ma è una sfida ancora aperta. Se la scelta di investire su Tremonti non è quella di individuare un possibile delfino del premier ma di aiutarci a costruire una nuova classe dirigente, ben venga. Se invece mi chiede cosa ne penso del partito gollista all?italiana le rispondo non solo che non farà molta strada, ma che rischia di uscire al primo incrocio. Insomma, non va e non andrà da nessuna parte.
Vita: La riforma delle aliquote fiscali promossa dal governo, invece, da che parte vuole portare il Paese?
Lupi: Vuole porre al centro il soggetto vero dello Stato, il cittadino. La prima battaglia è stata vinta, ora deve cominciare la seconda, la lotta allo spreco e alla rendita. E poi se riduci le tasse devi anche dare la possibilità al cittadino di scegliere dove e a chi destinare le sue risorse: approvare la +Dai -Versi diventa ancora più importante. Restano fuori dalla Finanziaria la copertura dei fondi per le ong, e l?introduzione del principio dell?impresa sociale. Non rinunceremo facilmente a nessuno di questi temi, lo prometto.
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