Welfare

Agis 2003: 27 milioni di schiavi nel mondo

La maggior parte sono donne e bambini, coinvolti nello sfruttamento sessuale

di Sara De Carli

Nel mondo sono 27 milioni gli schiavi o le persone che rischiano di diventarlo. Tra le varie forme di sfruttamento, quello sessuale nei confronti di donne e bambini è diventata la forma piu’ rilevante: un crimine che si fonda sul reclutamento basato sull’inganno, la violenza, le minacce o le false proposte economiche, e caratterizzato spesso dal trasporto forzato in altre nazioni. Sono questi i dati emersi in mattinata a Roma, nel corso della conferenza internazionale delle Ong di Italia, Grecia, Spagna, Lituania e Estonia impegnate nel programma della Commissione europea Agis 2003 per la prevenzione e la lotta della tratta degli esseri umani. Le donne, secondo il rapporto finale del progetto Agis 2003, sono le vittime privilegiate di questo fenomeno a causa della discriminazione di genere, dell’informazione non adeguata e della mancanza di opportunità professionali nei loro paesi di origine. Nei paesi di destinazione, soprattutto nell’Ue, il fenomeno è legato alla disponibilità economica che permette a molti di contribuire, consapevolmente o meno, allo sfruttamento dei piu’ deboli. Negli ultimi anni, spiegano le Ong, la criminalita’ organizzata internazionale ha sviluppato le proprie attivita’ soprattutto lungo l’asse Africa-Asia-Europa, ma con una forte pressione esercitata dai paesi dell’Est verso l’Europa occidentale. Secondo le stime dell’Onu e dell’Oim (Organizzazione internazionale per le migrazioni), attualmente circa 700 mila donne e bambini attraversano illegalmente i confini dell’Europa occidentale e, tra questi, fino a 120 mila provengono solo dagli Stati dell’ex blocco sovietico. Il numero è approssimato per difetto, precisano le organizzazioni presenti al convegno, a causa delle difficolta’ di reperire informazioni precise sulla reale entita’ del fenomeno. Il percorso piu’ utilizzato verso i paesi dell’Ue e’ quello che passa dai Balcani, attraverso Ungheria, Albania e Slovenia. Esistono inoltre la ‘Rotta orientale’ che inizia in Bielorussia e Russia, e attraversa la Polonia, e la ‘Rotta centrale’ che, dai paesi del centro Europa, attraverso la Croazia, la Slovenia e l’Austria, arrivano negli altri paesi dell’Unione europea. La ‘Rotta mediterranea’, infine, e’ utilizzata maggiormente per il traffico di esseri umani provenienti dall’Africa, che passa dal nord d’Africa per arrivare in Spagna, in Portogallo, in Italia e in Grecia. Nel corso del convegno promosso dalla Caritas diocesana di Roma si e’ svolta una tavola rotonda alla quale hanno partecipato, tra gli altri, il procuratore nazionale antimafia, Pier Luigi Vigna. Il procuratore nazionale ha espresso un giudizio positivo sugli strumenti giudiziari a disposizione del suo ufficio per far fronte al traffico illegale di uomini: ”Ma per una strategia ancora piu’ efficace – ha concluso Vigna – che contrasti la globalizzazione del crimine, occorrono sinergie tra governi e organizzazioni internazionali: un traguardo non ancora raggiunto visto che, per esempio, il protocollo dell’Onu contro la tratta degli esseri umani e’ stato siglato da 117 paesi ma ratificato da soli 75 membri”.


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