Formazione

Volontariato: Capodarco, imprese investite con noi

L'appello lanciato ieri in Campidoglio in occasione del trentennale dell'organizzazione di don Vinicio Albanesi

di Gabriella Meroni

Forte di una storia trentennale, la Comunita’ di Capodarco chiama a raccolta istituzioni e mondo del profit perche’ sostengano questo «laboratorio sociale sul territorio», come si autodefinisce, che accompagna giovani e meno giovani con gravi disabilita’ fisiche e psichiche in un percorso di integrazione sociale. L’occasione per ”invitare” a una collaborazione concreta istituzioni e imprese, perche’ ”investano nella sfida sul sociale” e’ stata, per il direttore della Comunita’ Capodarco di Roma, Carlo De Angelis la ricorrenza dei 30 anni di attivita’ della comunita’ solidale, festeggiata ieri in Campidoglio alla presenza del sindaco di Roma, Walter Veltroni e dell’ex ministro della sanita’, Rosy Bindi in una affollata sala della Protomoteca. All’appello ha risposto Veltroni, il quale ha approfittato dell’occasione per ribadire il suo impegno personale affinche’ ”nell’elaborazione del difficile bilancio capitolino non vengano toccate le voci destinate alle spese sociali e i servizi alla persona”. Il pensiero del sindaco e’ andato poi alla Comunita’ Capodarco che, sono le sue parole, ”ha anticipato l’idea di citta’ che noi vogliamo” e rappresenta ”una delle cose migliori di questa citta”’. Perche’, ha spiegato, ”difende un modello di societa’ che non e’ fatta solo per i primi ma, anche, per ‘gli altri primi’ e, non certo, per gli ultimi”. E non si possono certo definirsi ‘ultime’, le quasi 3.000 persone prese in carico da Capodarco alle quali si aggiungono altri 16mila cittadini che godono di prestazioni domiciliari e ambulatoriali, possono curarsi nei 65 posti di riabilitazione residenziale, oltre i molti che trovano accoglienza nelle 10 case famiglia e appartamenti protetti. O, ancora, i 30 giovani ospiti con gravi patologie psico-fisiche, i 180 giovani con handicap psico-fisico formati e avviati al lavoro nell’Agenzia formativa della comunita’, i 200 giovani a rischio coinvolti in programmi di orientamento e formazione professionale ma, anche, i 250 bambini Rom e Sinti coinvolti nel progetto scolarizzazione. Tutti ”accompagnati in un percorso di integrazione sociale’ (300 tra operatori, volontari e obiettori). Don Vinicio Albanesi e i presenti hanno poi rinnovato il loro appello alle imrpese perché sostengano anche concretamente il loro impegno solidale.


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