Formazione

Fondi etici Finalmente torna il sereno

In esclusiva, ecco i risultati della ricerca realizzata da Avanzi Sri sullo stato della finanza socialmente responsabile in Europa.

di Francesco Maggio

L?orso ha abbandonato l?Europa, dopo tre anni se ne è tornato in letargo e i fondi etici hanno ripreso a correre. A crescere di numero (+12%, nell?ultimo anno), a incrementare il patrimonio gestito (+36,5%), a far salire la percentuale di soldi allocati in modo socialmente responsabile sul totale del risparmio gestito (mediamente, 0,5%). Sembrava che per il socially responsible investing fosse ormai suonata la campana, che il ciclo vitale di questa particolare tipologia di prodotti finanziari fosse inesorabilmente giunto all?ultima fase, quella del declino. Performance italiana Lo scorso anno, infatti, c?era stata una brusca battuta d?arresto che aveva fatto scendere il totale degli asset dai 14,48 miliardi di euro del dicembre del 2001 ai 12,56 miliardi del giugno 2003. In Italia, poi, il calo era stato impressionante: -68%, vale a dire 1,07 miliardi rispetto agli 1,58 del 2001. E invece, a giugno 2004, la lieta sorpresa: la cifra è risalita a quasi 20 miliardi di euro (19,034, un picco finora mai toccato), i fondi sono diventati 354 (erano 313 nel 2003) e l?Italia ha conquistato una leadership di tutto rispetto: suo il fondo etico più ricco, che gestisce cioè più asset, l?Unicredit Obbligazionario Euro Corporate Etico, con 933 milioni di euro di patrimonio, secondo solo all?inglese Stewardship Pension Fund che però, come si evince dal nome stesso, è un fondo previdenziale etico. Arrivano buone notizie, quindi, dall?aggiornamento della mappa dei fondi etici in Europa curata da Avanzi Sri-Research. Un?indagine giunta alla quinta edizione che, visti i criteri di analisi utilizzati, restringe peraltro abbastanza l?universo di riferimento del fenomeno Sri, mettendone ancor di più in evidenza le potenzialità di crescita: la ricerca, infatti, prende in considerazione solo i fondi che usano criteri di esclusione ed inclusione, collocabili presso una clientela retail (non istituzionale, quindi) ed esclude i fondi verdi. Insomma, le stime che emergono sono per certi versi ?prudenti? e, quindi ancor più significative. Così come è interessante il dato che riguarda il livello dei costi delle commissioni di sottoscrizione dei fondi etici: la categoria più onerosa (altri settori equity) non supera l?1,60%, la più economica (euro diversifies bond) sta sotto l?1%. Percentuali ben inferiori a quelle che riguardano i fondi tradizionali, in particolar modo italiani, per i quali le commissioni raggiungono anche l?1,9%, nel caso dei fondi azionari e l?1,2% per gli obbligazionari. I risparmiatori dimostrano di preferire gli azionari (65%), anche se cresce l?interesse per gli obbligazionari (21% contro il 17,1% del 2003) mentre diminuisce quello per i bilanciati (14% a fronte del 17,4%). Londra è leader Tra i Paesi leader, la parte del leone spetta ancora una volta al Regno Unito con 74 fondi (10 in più del 2003) e quasi 7 miliardi di euro di asset gestiti (+57%), seguita dalla Francia con 62 fondi (49 nel 2003) che però non mantiene la seconda posizione in fatto di asset (1,75 miliardi). Recupera invece ?alla grande? l?Italia, che con 24 fondi e 2,17 miliardi di asset si colloca al secondo posto (lo scorso anno era al settimo). Al punto che non è fuori luogo parlare, come facciamo nelle pagine seguenti, di un vero e proprio ?Caso Italia?.


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