Mondo

Cooperazione: ridisegnata mappa nostra presenza in Africa

L'ha detto oggi il sottosegretario agli Esteri con delega per l'Africa e il Medio Oriente, Alfredo Mantica, annunciando i piani d'intervento della nostra cooperazione nell'area

di Paolo Manzo

”Abbiamo ridisegnato la mappa della nostra presenza in Africa”. Così il sottosegretario agli Esteri con delega per l’Africa e il Medio Oriente, il senatore Alfredo Mantica, ha annunciato i piani d’intervento della cooperazione italiana nel continente, sottolineando le emergenze più drammatiche. L’attenzione del governo italiano si concentrerà soprattutto sulla ”tragedia umanitaria nel Darfur, sul conflitto Eritrea-Etiopia per la questione dei confini, sulla Somalia, sul nord Uganda, Costa d’Avorio e su un’altra tragedia, quella della regione dei Grandi Laghi”, ha detto Mantica, intervenendo oggi ad una conferenza stampa a Roma sull’iniziativa promossa dal Gr Rai ”Per non dimenticare l’Africa”, che si prefigge di concedere più spazio nei palinsesti radiofonici ai conflitti in atto ma anche alle enormi potenzialità del continente. Il sottosegretario agli Esteri ha ricordato, in particolare, ”il contributo della cooperazione italiana per la riforma sanitaria in Uganda e la costruzione della diga di Bumbuna in Sierra Leone, per cui sono stati spesi in tutto 100 milioni di euro”. Entrando nello specifico delle forme d’intervento, Mantica ha sottolineato come personalmente preferisca ”progetti sullo sviluppo rurale e forme di microcredito alle grandi opere faraoniche”, commentando il grado di dispersione di risorse a causa della corruzione locale. ”L’Africa è nel nostro destino, fa parte del destino dell’Europa e dell’Italia, sarebbe errato ignorare il problema”, ha aggiunto il senatore, ricordando come sia necessario preferire ad un concetto più monolitico del continente quello di ”realtà collocate geograficamente, di molte Afriche”. E di molte ”Afriche” ha parlato Mantica commentanto alcune delle più tragiche emergenze in atto. In primo luogo la crisi umanitaria del Darfur, dove, ”sotto la direzione di Barbara Contini, è già stato avviato un piano di emergenza”. Il sottosegretario ha sottolineato come quello del Sudan sia un problema ”politico”, la cui ”soluzione non passa necessariamente per i colloqui ad Abuja, ma attraverso una piccola località del Kenya, dove sono in corso trattative per mettere fine al ventennale conflitto tra etnie nel sud del paese”. ”Occorre costruire le ragioni dello stare insieme”, ha aggiunto Mantica, ammettendo che per raggiungere questo obiettivo è necessario ”un lavoro immenso”. Un problema politico, ma anche di gestione delle risorse, ha ricordato il sottosegretario, citando un rapporto dell’Onu, stando al quale basterebbe coltivare i campi nella parte meridionale del Sudan secondo i criteri europei per sfamare l’intero continente. Mantica ha poi fatto riferimento alla situazione in Somalia, dove per questioni di sicurezza il governo è costretto a riunirsi a Nairobi, e alla crisi in Costa d’Avorio, a cui ”ha contribuito indirettamente l’Unione Europea, approvando un decreto pr la produzione di cioccolato senza il cacao”. Oppure a situazioni potenzialmente a rischio come il Golfo di Guinea, ”un immenso pozzo petrolifero che un domani sostituirà il Kuwait”. Africa anche come forza lavoro, ha infine ricordato il senatore Mantica, sottolineando come esista ”un’immigrazione qualificata” che deve essere valorizzata e come questa possa diventare una ricchezza per l’Europa e per l’Italia.


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