Idee Il valore delle relazioni
Volete essere felici: donate, fate volontariato e non mangiate da soli
È uscito il rapporto mondiale sulla felicità. Il commento dell'economista civile dell'università Tor Vegata di Roma: «Lo studio illustra come il comportamento pro-sociale agisce da rete di sicurezza informale che riduce il rischio di isolamento sociale, fornisce supporto emotivo e incrementa il senso di appartenenza e scopo nella vita. Purtroppo però il livello di comportamento pro-sociale è in calo nei Paesi ad alto reddito»

Il Rapporto Mondiale sulla Felicità (edizione 2025) attira i media per la classifica della felicità dei Paesi che è in realtà la sua parte meno interessante. La classifica è infatti la cosa scientificamente più opinabile perché le misure di soddisfazioni di vita sono difficilmente comparabili tra diversi individui e ancor più tra Paesi dove, oltre alle differenze individuali, entrano in campo fattori culturali e persino linguistici. È infatti ben noto che gli anglosassoni usano per dire felicità un termine (happiness) che ha la sua radice nel verbo to happen (accadere) che dà maggiore importanza alla sorte nella determinazione della felicità mentre per i latini la radice della parola ha a che fare con il concetto di fecondità e generatività e dunque di abito virtuoso della vita dipendente molto più da decisioni individuali che dal caso. Nei lavori scientifici per ovviare al problema si usa il metodo delle vignette, ovvero si chiede a persone di diversi Paesi di giudicare il livello di felicità di un individuo raffigurato in un’immagine e in una determinata situazione e si usa poi la differente valutazione per “accordare” le valutazioni quantitative di felicità.
La parte più interessante del Rapporto sono i vari lavori di ricerca tutti centrati in questa edizione sul rapporto tra relazioni e felicità. Da questo punto di vista esistono ormai due fatti ben noti in letteratura. Primo, la pro-socialità e la qualità della vita di relazioni contribuiscono in misura molto importante a soddisfazione e ricchezza di senso di vita. Secondo, la qualità delle relazioni è anche un fattore decisivo della performance delle aziende (coesione è competizione come dimostrato in diversi lavori).
Uno dei capitoli del rapporto evidenzia su dati di individui provenienti da diversi Paesi nel mondo una relazione significativa tra comportamento pro-sociale (donazioni, volontariato, aiuto agli sconosciuti) e la riduzione delle “morti per disperazione” (suicidi, abuso di alcol e overdose da droghe). Il lavoro interpreta il meccanismo in azione illustrando come il comportamento pro-sociale agisce da rete di sicurezza informale che riduce il rischio di isolamento sociale, fornisce supporto emotivo e incrementa il senso di appartenenza e scopo nella vita. Inoltre, la partecipazione a reti sociali rafforza il capitale sociale, favorendo fiducia e cooperazione, fattori che contribuiscono a una minore incidenza di morti per disperazione. Purtroppo, come evidenzia il lavoro, il livello di comportamento pro-sociale è in calo nei Paesi ad alto reddito, specialmente in termini di donazioni e volontariato, il che è destinato a produrre con molta probabilità implicazioni negative per il benessere sociale.
Un altro lavoro focalizza l’attenzione su un indicatore relazionale interessante come il numero di pasti condivisi con amici e familiari dimostrando come tale fattore incida in modo molto significativo sulla felicità. Qualche decennio fa Robert Putnam divenne celebre con il suo libro “Bowling alone” per spiegare la crisi della vita di relazioni negli Stati Uniti evidenziando come nell’arco di pochi decenni gli americani fossero passati dall’abitudine di andare a giocare a bowling con gruppi di amici a quella di andare a giocare da soli. Guardando i risultati di questa parte del rapporto sarebbe il caso di scrivere un nuovo libro dal titolo “Eating alone” perché l’autore evidenzia come nel 2023 un quarto degli americani abbia dichiarato di aver consumato tutti i pasti del giorno prima da solo con una crescita del 53% rispetto al 2003.
Il tema del prossimo rapporto potrebbe essere come la rivoluzione digitale e l’intelligenza artificiale stanno modificando profondamente le modalità di relazione tra esseri umani (sta diventando ormai una prassi che il primo incontro in relazioni affettive tra giovani arrivi quasi sempre attraverso un contatto online) scomponendole in incontri faccia a faccia in presenza (meno frequenti) e molti incontri faccia a faccia a distanza o interattivi a distanza. Se tutto questo aumenta le possibilità d’interazione in remoto (creando talvolta un senso di saturazione), il risultato allo stesso tempo è quello di rendere più “care” le relazioni faccia a faccia in presenza che sono quelle più ricche e più importanti.
Siamo nati mammiferi (in un mondo in cui esistevano solo relazioni offline) e siamo diventati anfibi (viviamo un po’ online e un po’ offline). Come tutto questo sta modificando la nostra capacitò di costruire relazioni di qualità in grado di dare ricchezza e senso alla nostra vita è ancora tutto da studiare e comprendere.
Foto: Pexels
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