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Senato. La notte in cui sparì la + Dai – Versi

Una lunga, infinita, giornata di esame della Finanziaria da parte della commissione Bilancio di palazzo Madama che va avanti a oltranza. E la nostra legge

di Ettore Colombo

Roma, palazzo Madama – nostro servizio.

DI TUTTO DI PIU’, OGGI ALLA COMMISSIONE BILANCIO DEL SENATO,
TRANNE LA? “PIU’ DAI, MENO VERSI”?.

Non solo l’emendamento sulla deducibilità fiscale delle donazioni non è passato – anche se tecnicamente se n’è semplicemente persa traccia e resta solo una flebile speranza, e cioè che l’aula possa ribaltare il parere della commissione – ma l’intero ok finale della commissione Bilancio alla Finanziaria per l’approdo nell’aula di Palazzo Madama potrebbe slittare persino a giovedì.

Ecco perché domani, giorno dell’Immacolata Concezione, i senatori continueranno a lavorare. La commissione è arrivata ad esaminare gli emendamenti fino all’articolo 29. All’appello mancano dunque ancora 14 articoli. In più ci sono oltre 90 emendamenti accantonati sui quali si è, al momento, preferito soprassedere. Per alcuni si tratta di semplici riformulazioni, per altri si è già ‘consumato’ nella discussione lo scontro tra governo e esponenti della maggioranza e si è preferito optare per un ‘rinvio’. Tra questi ultimi c’è l’emendamento Tarolli (Udc) sull’istituzione della commissione di monitoraggio sul tetto del 2% alla spesa sul quale il sottosegretario, Giuseppe Vegas, ha detto: “Nessun governo legittimo accetterebbe di essere messo sotto tutela”.
Insomma, un nuovo ? pur se piccolo ? scontro all’interno della maggioranza, già travagliata dalle tensioni tra la Lega – che ripropone con il relatore di maggioranza (e leghista doc) Franco una nuova franchigia sull’Irap più alta per le piccole e piccolissime aziende (ma nel collegato alla Finanziaria conosciuto come “manovrina” e che andrà in discussione in aula la settimana prossima) – e il governo da un lato, ma anche con molti “emendamenti di disturbo” dell’Udc.

Tra gli accantonamenti decisi dai senatori anche la ‘correzione’ del saldo che è stato modificato alla Camera con l’approvazione dell’emendamento Boccia (Dl).

E poi… proposte di modifica che rendono più stringenti rispetto alla versione uscita da Montecitorio le spese per le consulenze delle Pa, l’emendamento del relatore che prevede di lasciare ai comuni i patrimoni di chi non ha eredi, un piano d’azione nazionale per l’agricoltura biologica e l’istituzione di un fondo per incentivare la produzione di energia rinnovabile prodotta dalla filiera agro-alimentare. Un emendamento di Fi e Lega prevede poi l’esenzione dalle visite medico-legali di controllo per le persone per le quali è stata già accertata la disabilità permanente. Novità potrebbero arrivare anche per gli ufficiali giudiziari e per i lavoratori socialmente utili, mentre un emendamento dell’Udc prevede – per gli ex atleti di discipline riconosciute dal Coni che abbiano subito un incidente sportivo – il diritto di godere degli stessi benefici normativi dei grandi invalidi delle forze dell’ordine, nel caso in cui “abbiano residuato una invalidità superiore al 100%”.

Insomma, di emendamenti approvati ce n’è parecchi, alla fine, tranne la +Dai, -Versi, se si esclude la presentazione ? estemporanea e solitaria – di un provvedimento simile, iniziativa presa dal senatore Nuccio Iovene (Ds) in mattinata, ma il cui provvedimento è subito bocciato, in commissione.

IL CALENDARIO DEI LAVORI E LE TENSIONI NELLA MAGGIORANZA.

I lavori della Commissione Bilancio di Palazzo Madama sulla Finanziaria dovrebbero concludersi entro domani notte per consegnare il testo della manovra di finanza pubblica 2005 all’aula. Ma c’è maretta nella maggioranza: il governo, rappresentato dal sottosegretario all’Economia Giuseppe Vegas, vorrebbe snellire i lavori e convincere i senatori a rinunciare ai propri emendamenti ma l’invito fatica sempre a essere accolto. La ripresa dei lavori ? in discussione c’era anche il decreto fiscale – nel pomeriggio è stata ritardata di un’ora, dalle 15 alle 16. Tempo impegnato in una riunione – presenti Renato Schifani, Paolo Franco (Lega) Antonio Azzolini, presidente della Commissione, e Ivo Tarolli dell’Udc – nella quale Vegas avrebbe chiesto alla maggioranza di utilizzare risorse individutate nelle pieghe del bilancio (250 milioni di euro circa) per coprire alcuni capitoli non sufficientemente finanziati dalla manovra o semplicemente dimenticati. Richiesta alla quale la maggioranza ha risposto di no. Quelle risorse – è stata la replica dei senatori – sono destinate ad uso dei parlamentari, dunque “vogliamo utilizzarle per coprire nostri emendamenti”. Dai lavoratori Lsu della Sicilia e di Napoli ai forestali della Calabria a interventi sui farmaci. Vegas Ha negato tensioni. Di fatto la Commissione ha ripreso i lavori – dopo una breve pausa per la cena -e “farà notte”. Lo sbarco in aula della Finanziaria è previsto giovedì.

LO SCONTRO SUGLI STUDI DI SETTORE.

A tenere banco è stato l’emendamento sugli studi di settore arrivato ieri a Palazzo Madama. Le nuove norme eliminano l’automatismo per l’aggiornamento e sono il risultato dei diversi faccia a faccia che si sono svolti tra il ministro dell’Economia, Domenico Siniscalco, il numero uno dell’Agenzia delle Entrate, Raffaele Ferrara, e le stesse categorie interessate. Ma non ha fatto in tempo neanche a sbarcare in commissione Bilancio che l’opposizione ha fatto sapere che non avrebbe presentato nessun subemendamento dal momento che l’emendamento stesso non è considerato ammissibile. Motivo: manca la copertura. Le norme sugli studi di settore pesano in Finanziaria per 3,8 miliardi di euro e fanno parte del pacchetto “manutenzione della base imponibile”. “Non è sicuro che l’emendamento verrà modificato”, sentenzia il sottosegretario all’Economia Giuseppe Vegas. Nel primo pomeriggio alcuni senatori di maggioranza sostenevano che si sarebbe proceduto a una sua riformulazione. “Stiamo lavorando per valutare tutte le implicazioni relative alle questioni di copertura, stiamo valutando approfonditamente i rilevi dell’opposizione”, dice Vegas: “Vedremo se ci sono margini. Si potrebbe migliorare la relazione tecnica…”.

LA NOTTE IN CUI LA “PIU’ DAI, MENO VERSI” SPARI’…

Il senatore e capogruppo dei Ds in commissione Enrico Morando esclude con Vita che “il governo possa prendere in giro i senatori e il Paese modificando una norma priva di copertura”. A quel punto, in tarda serata, anche il sottosegretario Vegas allarga le braccia: “Abbiamo gli occhi dell’Europa addosso. E non ci possiamo permettere di far passare più neanche uno spillo, senza la debita copertura. Non c’è trippa per gatti”. Ragionamento identico a quello fatto da molti senatori di maggioranza per giustificare la bocciatura dell’emendamento sulla deducibilità delle donanzioni. Emendamento, peraltro, che al presidente della commissione Bilancio del Senato Antonio Azzolini – che pure assicura che “chiedferà al Governo delucidazioni in merito alla copertura degli studi di settore per rispetto del ruolo del Senato e del Governo” – nemmeno risulta: “Non ho notizia di emendamenti del genere”, ci dice nella pausa serale di lavori che proseguiranno tutta la notte il presidente Azzolini.

La deducibilità fiscale delle donazioni, dunque, è sparita, come per incanto.
Imporvvisamente, la notte scorsa, nelle eleganti e felpate aule del Senato della Repubblica.

Come scriverà Riccardo Bonacina in una nota sul numero di Vita in edicola venerdì: “Alla fine faremo i conti, vedremo qaunta trippa è stata servita e a favore di chi”.

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