Famiglia

Francia, amore sans-papiers

Matrimonio bloccato alla vigilia delle nozze: lei, algerina e clandestina, viene espulsa in poche ore. Lui, francese, va a sposarla in Algeria. Sono le dure norme anticlandestinità volute dal governo

di Giampaolo Cerri

Dovevano sposarsi alle 17 di ieri a Laval. Trecento invitati, arrivati da tutta la Francia e dall’Algeria, aspettavano. Invece del sindaco, è arrivata la polizia.
Incinta di tre mesi, Nadia doveva sposarsi con Malik, francese; ma il suo status di algerina “sans-papier” è venuto fuori e, contro di lei, è scattato l’apparato anticlandestini messo in piedi dal governo socialista di Parigi.
Conosciutisi nel febbraio scorso in un caffè parigino, Nadia e Malik si erano già sposati religiosamente davanti all’imam di Corbeli-Essonnes, ma volevano ieri regolarizzare la loro posizione davanti a “l’Etat”.
Ma proprio alla vigilia delle nozze, i gendarmi la convocano in caserma e in quattro e quattr’otto la cacciano.
Addio matrimonio, addio Francia. Almeno per il momento. Oggi Malik, carpentiere d’origine algerina, vola verso il suo Paese nativo per andarla a sposare.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.