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Hamid Karzai nuovo presidente Afghanistan, una scheda

Hamid Karzai si e' insediato oggi come presidente della Repubblica islamica dell'Afghanistan, in una cerimonia a Kabul alla presenza di centinaia di dignitari stranieri

di Giulio Leben

Alla cerimonia, che si e’ svolta tra rigidissime misure di sicurezza nel palazzo presidenziale di Kabul, hanno partecipato per gli Stati Uniti anche il vice presidente Dick Cheney e il segretario alla difesa Donald Rumsfeld. Centinaia di personalita’ politiche internazionali hanno presenziato al giuramento di Karzai che teneva in mano una copia del Corano. ”Giuro nel nome di dio onnipotente di rispettare e proteggere la religione sacra dell’Islam, di rispettare e vigilare sulla messa in pratica della Costituzione e delle altre leggi, di salvaguardare l’indipendenza, la sovranita’ nazionale e l’integrita’ territoriale dell’Afghanistan” ha solennemente declamato Karzai, vestito con il suo tradizionale caftano verde. Insieme con il presidente hanno giurato i suoi due vice presidenti, Ahmed Zia Massud e Mohammad Karim Khalili. L’insediamento del nuovo capo dello stato giunge tre anni esatti dopo la caduta dell’ultima roccaforte dei taleban, la citta’ di Kandahar, nel sud del paese. Nonostante le numerose minacce della vigilia da parte dei taleban la capitale questa mattina e’ apparsa calma. Chi è Karzai Parla lingue e dialetti usati in Afghanistan, si e’ costruito una capillare rete di contatti con i leader tribali, e’ amico dell’occidente e di molti dei suoi leader: e’ Hamid Karzai, 47 anni, insediatosi oggi nella carica di presidente dell’Afghanistan, il primo democraticamente eletto. Nato il 24 dicembre 1957, capo tribale originario di Kandahar – l’ex feudo dei taleban – Karzai, considerato un sostenitore della monarchia, e’ un fine e sperimentato politico, con salde radici anche negli Stati Uniti. Negli anni Ottanta, durante la lotta contro l’occupazione sovietica dell’Afghanistan, faceva da interfaccia fra gli americani ed il composito universo dei mujaheddin, in cui si muoveva anche Osama bin Laden, che con la sua rete al Qaida sarebbe poi diventato il ‘signore del terrore’ internazionale. Dopo il ritiro sovietico, divento’ viceministro degli esteri del governo di Burhanuddin Rabbani. I Taleban, arrivati al potere, cercarono di coinvolgerlo, ma Karzai rifiuto’. Quando nell’ottobre 2001 scatto’ l’operazione Enduring Freedom guidata dagli Stati Uniti, torno’ nel suo paese con armi e mezzi messi a disposizione anche dalla Cia, che non esito’ a intervenire per evitare che fosse catturato dai Taleban. Nel dicembre di quell’anno riusci’ a ottenere il consenso delle diverse fazioni afghane per guidare un governo di transizione. Allora la cerimonia di giuramento, il 22 dicembre, avvenne in una Kabul ridotta in macerie con migliaia di afghani incollati alla radio per seguire un momento tanto atteso dopo decenni di sangue e violenze. E il suo discorso fu tutto centrato sull’importanza dell’unita’ del popolo afghano per giungere alla tanto attesa pace. Ma gia’ all’inizio di aprile, dovette fronteggiare un complotto, capeggiato dall’ex premier Gulbuddin Hekmatyar, per rovesciare il suo governo provvisorio. Sempre in aprile venne in Italia per riportare in patria il vecchio ex re Zahir Shah dopo 29 anni di esilio. In giugno e’ stato nominato dalla grande assemblea tribale Loya Jirga presidente ad interim di un paese ancora ben lontano dalla pacificazione e dove nessuno e’ ancora veramente in grado di fermare violenze e attentati, come quello alla sua persona (29 luglio) e ad altri esponenti di punta del regime.


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