Legalità

Beni confiscati, nuove modalità di sostegno della Fondazione Con il Sud

Per tutto il triennio 2025-2027 cambiano le regole per la valorizzazione dei beni sottratti alla criminalità organizzata nelle regioni del Mezzogiorno. Per gli enti del Terzo settore quest'anno sono disponibili due milioni di euro. Sono 19.764 gli immobili in attesa di destinazione. Le proposte vanno inviate entro il 30 settembre 2025

di Redazione

A partire da quest’anno e per tutto il triennio 2025-2027, la Fondazione Con il Sud promuove una nuova modalità di sostegno a interventi per la valorizzazione di beni confiscati alle mafie in Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia. Sul sito della Fondazione è disponibile un regolamento per accedere a una modalità erogativa “a richiesta”, rivolta agli enti di Terzo settore che per la prima volta decidono di affrontare un percorso di impegno civile in rete, valorizzando beni confiscati che non siano stati già oggetto di finanziamento da parte della Fondazione attraverso iniziative di natura sociale, culturale ed economica sostenibili nel tempo, capaci di favorire lo sviluppo e la riappropriazione del bene da parte della comunità di riferimento. Per questa prima annualità sono stati messi a disposizione complessivamente due milioni di euro, con un contributo massimo di 400mila euro per ciascun progetto presentato e selezionato.

«Dopo le prime cinque edizioni del bando dedicato alla valorizzazione dei beni confiscati, per questo triennio abbiamo deciso di sperimentare una modalità differente di presentazione delle proposte progettuali da parte del Terzo settore, anche con l’obiettivo di allargare la platea delle organizzazioni e dei partenariati che si cimentano in questo delicato ambito dai risvolti decisivi per lo sviluppo del Sud Italia”, commenta Stefano Consiglio, presidente della Fondazione. “La Fondazione investe da sempre sul tema della valorizzazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata, come potente strumento di accrescimento del benessere – sociale ed economico – delle comunità, oltre che simbolo della capacità dello Stato e della legalità di vincere il potere mafioso: nel periodo 2007-2024, infatti, abbiamo contribuito alla valorizzazione di 102 beni confiscati, attraverso l’assegnazione di 90 contributi per un importo complessivo di circa 26 milioni di euro».

Le partnership progettuali dovranno essere composte da tre o più organizzazioni, almeno due delle quali appartenenti al mondo del Terzo settore. Nei progetti potranno essere coinvolti, inoltre, il mondo delle istituzioni, della scuola, dell’università, consorzi privati e imprese appartenenti al tessuto imprenditoriale locale e nazionale. Sono due le fasi del processo di selezione: la prima, di presentazione di un’idea progettuale e di verifica dei principali requisiti di ammissibilità; la seconda, dedicata allo sviluppo dell’idea attraverso la redazione, con il supporto degli uffici della Fondazione, di un progetto esecutivo comprensivo di un dettagliato piano di attività e costi, degli indicatori di risultato e impatto, di un piano di sostenibilità.

Per maggiori informazioni sull’iniziativa e per richiedere l’accesso alla sezione del portale Chàiros, sul quale caricare l’idea progettuale, è possibile contattare gli uffici della Fondazione a partire da lunedì 24 marzo. Per la prima annualità, le proposte potranno essere presentate entro il 30 settembre 2025. I termini di chiusura potranno variare in relazione alla disponibilità residua delle risorse stanziate; in tal caso, ne verrà data comunicazione pubblica.

Secondo l’ultima relazione dell’Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, sono 19.764 gli immobili (terreni, abitazioni, magazzini, negozi, opifici, stabilimenti, etc.) attualmente confiscati, in attesa di essere destinati, in gestione presso l’Anbsc. Gli immobili destinati allo Stato (il 13%) e agli enti locali (81%) sono 23.658; le regioni maggiormente coinvolte sono la Sicilia (con quasi il 37%), la Campania (18%), la Calabria (14%), la Puglia (10%), la Lombardia (8%) e il Lazio (5%). In Sicilia il 54,73% dei Comuni è interessato dal fenomeno; scendendo in graduatoria, troviamo Puglia (43,58%), Calabria (33,91%), Campania (28%), Lazio (22%) e Lombardia (15%).

Le organizzazioni di Terzo settore che gestiscono beni confiscati, in base all’ultimo censimento realizzato da Libera nel 2025, sono 1.132 (in gran parte associazioni e cooperative sociali). Le attività svolte riguardano per il 56,5% welfare e politiche sociali (688), per il 25,9% promozione culturale, sapere e turismo sostenibile (316), per il 9,9% agricoltura e ambiente (120), per il 4,8% produzione e lavoro (58) e per il 3% lo sport (36).

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