Sostenibilità

Actionaid e Transfair mettono in guardia sul caffè ogm

Dopo il crollo dei prezzi, anche il caffè geneticamente modificato minaccia la sopravvivenza dei piccoli produttori del Sud del mondo

di Barbara Fabiani

La denuncia arriva da ActionAid, una delle più importanti Ong inglesi che lavora con i produttori di caffè di Haiti: nei laboratori hawaiani di una compagnia di biotecologie si sta testando una varietà di caffè geneticamente modificato. A diffondere la notizia anche da noi è Trasfair Italia che ha reso noti i dati contenuti nell’ultimo rapporto dell’organizzazione inglese : “Robbing coffee’s cradle – GM coffee and its threat to poor farmers” (Derubare la culla del caffè – il caffè geneticamente modificato e la sua minaccia ai contadini poveri). In pratica, Integrated coffee technologies Inc, che ha sede nelle Hawai, interviene nelle ciliegie del caffè (i futuri chicchi) per fare in modo che maturino tutte nello stesso tempo, grazie alla somministrazione di uno spray. Questo procedimento, adatto alle grandi piantagioni, consentirebbe alle multinazionali di tagliare i costi del lavoro rendendo possibile il raccolto in forma meccanica: le piantagioni sarebbero in questo modo più produttive e i piccoli contadini, che attualmente raccolgono a mano il loro caffè maturato in modo naturale, sarebbero estromessi dal mercato. Questa modificazione non è infatti adatta ai piccoli appezzamenti dove il caffè è coltivato insieme ad altre piante che gli danno ombra e preservano le biodiversità. Ad oggi, il caffè che beviamo è coltivato per il 70% da piccoli contadini che dipendono in tutto o in parte dalle piantagioni. Se questa nuova tecnologia troverà la strada per essere applicata in maniera intensiva, i redditi dei contadini saranno annullati. “Noi consumatori, che compriamo e beviamo caffè, abbiamo una scelta semplice da fare. Finché il caffè geneticamente modificato è ancora in fase di studio, possiamo mandare un forte messaggio all’industria dicendo che non lo vogliamo. Questo può fare la differenza sulla continuazione del suo sviluppo” ha dichiarato Eve Mitchell di ActionAid. “Ancora una volta reale – confermano quelli di Transfair – l’alternativa al caffè geneticamente modificato è rappresentata dal caffè del Commercio Equo e Solidale: una realtà che da sempre privilegia i piccoli produttori e il rispetto dell’ambiente, indispensabile da centinaia di anni per la crescita di questa preziosa pianta”.


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