Politica
Olimpiadi. Bilanci groviera e sponsor discussi. Torino, si è sciolta Biancaneve
Così si chiamava una carta etica sottoscritta dagli organizzatori con il non profit per avere Olimpiadi pulite. Ma ora è naufragata. Insieme alla credibilità dei promotori.
Neve e Glitz. Sono davvero pochi i torinesi, per non parlare della popolazione nazionale, che conoscono le mascotte dei prossimi Giochi olimpici invernali, in programma nel febbraio 2006 a Torino. Forse perché sono assolutamente infelici, due banali pagliacci che si abbracciano ed esclamano «smack» e «wow» (sic!). Anche loro, però, hanno avuto un ruolo nel più conosciuto buco finanziario gravante sul Toroc, l?agenzia privata organizzatrice delle Olimpiadi: 186 milioni di euro di debiti a un anno dall?accensione del braciere olimpico. «Tutto va bene, i soldi ci sono. Gli sponsor non mancano. Il buco finanziario? Non esiste». Fino all?ultimo gli organizzatori hanno negato tutto, per poi, all?esplosione del bubbone, paventare non precisati complotti di natura politica.
Tutti contro tutti, in una lotta di potere che ha visto contrapposte le istituzioni piemontesi e il governo. Sullo sfondo, la grande vetrina mondiale dei Giochi, nell?anno che vedrà anche le elezioni politiche. Al Toroc sussurrano di pressioni da Roma sugli sponsor istituzionali (Telecom, Enel, Eni) affinché non sottoscrivessero alcun contratto pubblicitario, al fine di mettere in difficoltà i piemontesi e strappare loro l?organizzazione. Operazione riuscita: dopo patetiche baruffe e nell?indifferenza generale, Valentino Castellani, ex sindaco di sinistra di Torino e presidente di Toroc è stato ?affiancato? da Mario Pescante, uomo di fiducia del governo. «Ci hanno rubato i Giochi quelli di Berlusconi», mugugnano i boss del Toroc, quasi tutti ex dirigenti Fiat silurati e vicini al defunto Avvocato, vero deus ex machina della vittoria torinese nell?assegnazione dei Giochi.
Effettivamente l?organizzazione non ha svolto un buon lavoro. A un anno e tre mesi dall?inizio, la promozione sul territorio ricorda più una saga paesana, magari con ospiti famosi, ma sempre marginale. Non a caso quelle del 2006 sono state ribattezzate le Olimpiadi della Val Chisone. Entrando in Torino dalle autostrade, miseri poster ricordano l?avvenimento mondiale. La città dormitorio, ex operaia, ex post industriale, si trova a essere ex turistica ancora prima di cominciare.
Essendo il Toroc un soggetto privato, non può ricevere soldi dallo Stato, ma le banche creditrici hanno fatto sapere che se non verrà coperta, almeno in parte, l?esposizione finanziaria, nessuna nuova linea di credito verrà aperta. Come trovare i soldi che mancano ed evitare il disastro? Si parla di trasformazione del Toroc in ente pubblico e quindi di denari freschi dalla Finanziaria 2005. Nel tentativo di trovare nuovi introiti, gli organizzatori hanno facilmente dimenticato la Campagna Biancaneve, la carta di intenti pomposamente firmata dal Toroc per mano di Rinaldo Bontempi, vicepresidente del Toroc nel 2000, che prevede il rispetto di parametri etici nelle sponsorizzazioni. Promotrice principale, la Rete di Lilliput. I Mondiali di calcio francesi del 1998 furono caratterizzati dalla forte campagna mediatica Gioca pulito che prese di mira il fornitore ufficiale di palloni Umbro, accusato di sfruttamento del lavoro minorile in Pakistan. Capita la lezione, da subito il Toroc si mostrò disponibile a organizzare Giochi olimpici puliti. Accordi di facciata che si sono dissolti davanti alle difficoltà finanziarie. La multinazionale Finmeccanica, diretta dall?ex amministratore delegato Fiat, Claudio Testore e l?Istituto San Paolo, infatti, sono entrati a far parte del (piccolo) team di sponsor, ma sono entrambi accusati di essere coinvolti nella produzione di armamenti e quindi risulterebbero lontani dagli intenti (già questa parola spiega molte cose) che si dovrebbero rispettare. La Rete di Lilliput chiede che le sponsorizzazioni vengano ritirate e gli accordi siano rispettati.
Torino guarda distaccata l?evento olimpico, la Fiat langue in stato comatoso, coloro che hanno ridotto la grande fabbrica nelle attuali condizioni ora stanno organizzando, con risultati non dissimili, i Giochi che dovrebbero rilanciare la città. Indiscrezioni vogliono che i biglietti venduti fino a questo momento siano pochissimi, anche a causa del costo elevato. Il tutto mentre improbabili pubblicità invitano a partecipare a una nuova disciplina olimpica: lo shopping. A breve arriverà anche l?ennesima lotteria. Speriamo che almeno questa sia una scommessa vincente.
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