Famiglia

Rapporto Censis: la felicità è un welfare che funziona

Ma a esprimersi in questo senso sono soprattutto le persone più adulte e gli anziani

di Gabriella Meroni

La felicita’ e’ poter contare su un sistema di welfare: per un italiano su due (49,4%), la disponibilita’ di servizi sanitari e pensionistici e’ fonte della propria serenita’ e di quella della famiglia. Lo rileva il Censis nel rapporto, l’annuale appuntamento, il 38mo, sullo stato sociale del paese, presentato oggi. Il rapporto 2004 evidenzia la sfiducia nei confronti della classe politica e la crescita di un pessimismo per il futuro prossimo. Quest’ultimo registra, nel 2004, ben 8 punti percentuali in piu’ rispetto al 2001. Chi ha aspettative migliori per i prossimi cinque anni e’, invece, passato dal 54% al 45%, registrando un -9%. Il saldo fra ottimisti/pessimisti e’ col segno negativo, -17. La maggioranza degli italiani (seppure con una flessione dello 0,9% in tre anni) continua a pensare che e’ meglio avere meno servizi pubblici a fronte di meno tasse (era il 54,4% nel 2001, e’ il 53,5% nel 2004); aumenta dello 0,9% chi pensa il contrario, ossia che sia meglio avere piu’ servizi pubblici ed allo stesso tempo pagare piu’ tasse. Per il Censis, se si considera che il 62% degli italiani ha migliorato la propria posizione sociale rispetto ai genitori, sul pessimismo pesa ”il ridotto incentivo a sfidarsi per il futuro”. Oltre ai servizi del welfare (apprezzati perche’ danno il benessere e la felicita’ dal 71,4% di chi ha piu’ di 65 anni, dal 53,1% fra i 45 e 65; dal 49,6% fra i 30 e 44; dal 38,6% fra i 18 e 29), per il 20,3% degli italiani, il benessere e la felicita’ fa riferimento ad un contesto urbano piu’ vivibile, meno caotico; per l’11,5% e’ invece importante la disponibilita’ di nuovi beni e servizi a prezzi bassi. Ed e’ ancora il welfare a catalizzare l’attenzione delle riforme necessarie: per il 37,3% degli italiani c’e’ bisogno di una riforma della sanita’, per il 34,3% della previdenza, per il 28,4% del lavoro. Quest’ultima riforma e’ richiesta dal 41,4% dei giovani (eta’ fra 14-29 anni).


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