Welfare

20 anni fa la tragedia di Bhopal: le vittime attendono ancora giustizia

La notte tra il 2 e il 3 dicembre 1984, 40 tonnellate di un gas altamente tossico (l'isocianato di metile) fuoriuscite da uno stabilimento di pesticidi della Union Carbide, investirono interi quarti

di Carmen Morrone

Vent’anni dopo il disastro ambientale di Bhopal, le vittime ancora attendono un compenso equo e la zona continua ad essere contaminata. Oggi la citta’ dell’india settentrionale celebra il ventesimo amminversario di quella tragica notte che segno’ il peggior disastro industriale della storia, quello che alcuni chiamarono l'”Hiroshima industriale”; e decine di migliaia di sopravvissuti ancora cercano giustizia. Non solo: la popolazione continua ad ammalarsi per l’acqua contaminata (che, secondo un’inchiesta della tv britannica Bbc, raggiunge livelli di inquinamento 500 volte piu’ alto dei limiti stabiliti dall’Oms); e tra i sopravvissuti sono aumentati i casi di cancro e turbercolosi. La nube tossica che avvolse interi quartieri provoco’ la morte di 7.000 persone nel giro di pochissimi giorni; ma, da allora, altre 15.000 persone sono morte per le malattie correlate; e oggi piu’ di 100.000 soffrono di malattie croniche. Non solo. La Union Carbide occulto’ informazioni mediche cruciali sul gas, che sarebbero potute essere preziose per la cura delle vittime; e la Dow Chemicals, attuale propietaria dell’impianto dopo la fusione avvenuta nel 2001 con l’Union Carbide, ancora non ha decontaminato la zona, nonostante sia trascorsa un’intera generazione dalla catastrofe.


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