Famiglia

Ricordando Veronelli: Vissani, “Perdiamo un patrimonio”

Stefano Bonilli, gran patron del 'Gambero Rosso' non esita ad aggiungere: ''ha avuto la stessa importanza che la Scuola degli Annali ha rivestito per la storiografia''

di Giulio Leben

”Gli scontri ci possono essere, ma passano. Ieri abbiamo perso un personaggio leggendario”. Gianfranco Vissani non nasconde il suo rammarico per la scomparsa di Luigi Veronelli con il quale ebbe un duro confronto dopo essere stato accusato dal critico di non usare in alcuni fritti l’olio extra vergine di oliva, bensi’ la soia. ”E’ stato – ha aggiunto – una bandiera dell’enogastronomia italiana: ha fatto la guerra alla Coca Cola, a McDonald’s, e’ stato un uomo ‘contro’ a favore della qualita”’. ”Aveva pregi e difetti, ma rimarra’ per sempre nel mio cuore. Veniva a mangiare da me e quando mi dette ‘il sole’, segno del suo riconoscimento, mi disse: ‘e’ un mangiare da fare a pugni’. Ed aveva ragione, anche io la pensavo cosi’. Perdiamo – ha concluso – un patrimonio”. E ancora. ”Un intellettuale che nel suo campo ha segnato profondamente questi 50 anni come nessun altro”. Così Stefano Bonilli, gran patron del ‘Gambero Rosso’ che non esita ad aggiungere: ”ha avuto la stessa importanza che la Scuola degli Annali ha rivestito per la storiografia”. ”Gino – ha spiegato – ha inventato un genere giornalistico, un nuovo linguaggio, la nuova enologia italiana. Autore di un centinaio di libri, e’ stato assolutamente il padre di intere generazioni di fornai, salumieri, produttori di vino, piccoli e grandi. E’ stato il principio di quasi tutto cio’ che si muove nella cultura materiale italiana dal 1956, poiche’ era un grande intellettuale e uomo colto”. ”Io gli devo tutto: il mio innamoramento appassionato per vino e cibo nasce nel 1968 leggendo le sue descrizioni nel ‘Bolaffi del vino’. Con lui si poteva litigare ma era un uomo alla mano con tutti, come oggi con i centri sociali. Aveva una conoscenza della realta’ italiana mostruosa. E’ stato la prima guida dei ristoranti, dei vini e soprattutto la prima dei prodotti sul territorio. Chi – conclude – ha fatto piu’ di lui?”.


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