Politica
I giovani care leavers chiedono risposte
Si svolgerà in Senato, martedì 18 marzo, la terza conferenza nazionale del Care Leavers Network. Le due precedenti edizioni hanno portato risultati significativi: il fondo sperimentale per i careleavers e l'accesso al collocamento mirato. Questa edizione arriva nel momento in cui il percorso avviato va reso stabile. Intervista con Federico Zullo, presidente di Agevolando

La Terza conferenza del Care Leavers Network arriva in un momento delicato, con il fondo sperimentale che è giunto a termine e deve trovare – così si auspica – una stabilizzazione. D’altra parte è anche un momento di grande consapevolezza da parte dei care leavers di quanto la loro voce sia determinante per provare a migliorare le cose per chi, come loro, deve affrontare i 18 anni da solo. L’appuntamento con i ragazzi di Agevolando e del Care Leavers Network è per martedì 18 marzo in Senato (Sala Atti Parlamentari, Biblioteca del Senato, dalle 9.30 alle 13.30, grazie alla disponibilità dei senatori Sandra Zampa e Ignazio Zullo): presenteranno le raccomandazioni che hanno discusso, elaborato e scritto insieme negli ultimi due anni, all’interno del progetto Erasmus+ KA154-YOU Youth participation activities, finanziato dalla Commissione Europea, per migliorare il sistema di accoglienza fuori famiglia e di accompagnamento all’autonomia. Ad ascoltarli e a dialogare con loro, ci saranno tra gli altri Simona Malpezzi, vicepresidente della Bicamerale Infanzia; Mirella Silvani, vicepresidente Cnoas; Emanuela Rossini, policy maker; Simona Rotondi, vicecoordinatrice bandi e iniziative di Con i Bambini; Marinella Giannina Terragni, Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza. È stata invitata ed è molto attesa la viceministra Maria Teresa Bellucci. «C’è moltissimo ancora da fare», afferma Federico Zullo, presidente di Agevolando.
Alle due precedenti Conferenze, nel 2017 e nel 2020, i ragazzi hanno presentato le loro raccomandazioni: quali obiettivi sono stati realizzati dopo quelle due conferenze?
Sono state due conferenze di forte impatto. Quella del 2017 in particolare, perché quel giorno la “voce” dei care leavers è arrivata finalmente forte e decisa alle istituzioni e il Governo in carica ha capito che occorreva fare qualcosa di concreto per aiutare i “nostri” giovani a nutrire speranza per il loro futuro. Fu così approvato un emendamento alla Legge di stabilità che consisteva in un fondo di 5 milioni di euro l’anno per tre anni per avviare un intervento sperimentale di accompagnamento e supporto all’autonomia per coloro che, al compimento della maggiore età, provenivano da un contesto di accoglienza fuori dalla famiglia di origine in seguito ad un provvedimento dell’autorità giudiziaria. Quindi non tutti quelli che sono i “care leavers”, ma un primo passo significativo e comunque rivoluzionario in questo ambito. Durante la seconda conferenza nazionale, a gennaio 2020, il fondo fu rifinanziato per altri tre anni e grazie all’impatto di quell’evento e al lavoro congiunto di alcuni colleghi, i care leavers sono stati inseriti tra le categorie di coloro che possono iscriversi alle liste di collocamento mirato.
Quali sono oggi le urgenze che i ragazzi portano?
C’è moltissimo ancora da fare. Loro chiedono di rendere universale e strutturale la sperimentazione “care leavers” avviata dopo la conferenza del 2017 e ritengono inoltre che essa vada allungata fino al 25esimo ano di età perché a 21 anni è troppo presto per perdere un aiuto così importante e decisivo. E poi ci sono i temi per loro nevralgici come il diritto ad avere una casa, la necessità di avere un supporto psicologico, la continuità degli interventi sanitari dopo il compimento della maggiore età, l’attenzione all’ascolto, la garanzia di una loro reale partecipazione alle decisioni che li riguardano, durante tutto il percorso di accoglienza e dopo. Infine una riduzione della complessità delle procedure burocratiche e/o di regolarizzazione, che tanto complicano e affaticano i percorsi di autonomia, sia dei care leavers italiani sia, e soprattutto, di quelli stranieri.

Il fondo sperimentale dopo il primo triennio e il rinnovo per altri tre anni ora è giunto a termine e deve trovare una stabilizzazione, come chiesto anche di recente dalla Corte dei Conti. Ci sono novità in proposito?
Novità concrete ad oggi non ce ne sono. Abbiamo invitato la viceministra Bellucci alla conferenza e siamo in attesa di un suo riscontro. Da lei aspettiamo di sapere se la sperimentazione potrà diventare un intervento strutturale, meglio ancora un livello essenziale delle prestazioni sociali – LEPS, oppure se dovremo rinunciarvi, riducendo così la fiducia in uno Stato italiano che finalmente sembrava essersi preso la responsabilità di garantire un futuro a migliaia di ragazzi e ragazze che ogni anno devono intraprendere un percorso per diventare adulti molto in fretta.
Qui il programma dell’evento. A moderare i lavori sarà Sara De Carli, giornalista di VITA. Foto di Agevolando.
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