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Esenzione Iva nel socio-sanitario: onlus attente, non sempre conviene

Le prestazioni possono essere esenti anche in caso di appalti o convenzioni (di Francesca Balzani-Studio Uckmar).

di Redazione

L?Agenzia delle Entrate ha chiarito che le prestazioni socio-sanitarie degli enti pubblici, di quelli di assistenza sociale e delle onlus, sono esenti dall?Iva non solo quando sono rese direttamente a favore dei beneficiari, ma anche quando il servizio è prestato in forza di contratti di appalto o convenzioni (circ. 2 novembre 04, n. 43 – cfr. Socio-sanitario: servizi in appalto esenti da Iva). E’ un giusto ripensamento, e la notizia è stata accolta con favore. C?è solo da sperare che non sia il primo passo per arrivare ad affermare che queste prestazioni sono esenti ?oggettivamente?, e quindi non sottoposte a Iva, a prescindere dal soggetto che eroga il servizio, come è successo con le gestioni degli asili e delle case di riposo. A marzo la stessa Agenzia ha introdotto una distinzione nell?ambito delle prestazioni degli asili e di quelle socio-assistenziali, per dire che se c?è ?gestione globale? della struttura ricettiva, l?attività sarebbe sempre esente da Iva, anche nel caso in cui sia svolta da una coop sociale (circ. 16/03/04, n. 39). Ciò contrasta con la disciplina propria di questi enti che, in quanto onlus ?di diritto?, possono scegliere se rendere queste prestazioni in regime di esenzione o se assoggettarle all?imposta nella misura ridotta del 4% (art. 41 bis, tabella allegata al dpr 26/10/72, n. 633). Spesso, infatti, realizzare operazioni esenti anziché avvantaggiare una onlus, la penalizza. La norma Iva consente la detrazione del tributo che i fornitori addebitano sugli acquisti di beni e di servizi, nella misura in cui si effettuano operazioni soggette all?imposta. Chi fa solo operazioni esenti, di conseguenza, non può detrarsi l?Iva ?a monte? e quindi sopporta costi più elevati. Costi che trasferirà ?a valle?, ossia sui destinatari dei servizi, che rischiano di pagare in termini di maggior prezzo quello che non pagano di Iva.

Francesca Balzani-Studio Uckmar


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