Politica
Governo. La lunga notte del varo del taglio delle tasse
Il consiglio dei ministri si appresta a una "notte di passione" per trovare la quadra sui tagli annunciati dal premier. Una vittoria netta, però, almeno questa: cioè il loro annuncio...
Roma – nostro servizio.
Sarà una lunga notte, questa appena cominciata, per i ministri riuniti a Palazzo Chigi ad esaminare l?emendamento sulle tasse. La riforma fiscale è stata impostata nelle sue linee generali ma in fase di definizione e messa a punto finale dovranno essere chiariti alcuni punti. Gli sgravi fiscali nel 2005 si concentrano sulle famiglie con un meccanismo di deduzioni, per coniugi e figli a carico, consistente. Ma c?è un ma. Le deduzioni sono efficaci fino agli scaglioni di reddito pari a 78 mila euro. Poi le deduzioni si azzerano e si ritorna al vecchio regime delle detrazioni. “Non si poteva fare di più”, dicono i tecnici di via XX Settembre, se si considerano le risorse di cui si disponeva – all?Ire sono andati 6 miliardi di euro – ma si tratta già di un taglio importante per milioni di contribuenti.
Le obiezioni che vengono sollevate si concentrano, in realtà, anche su un altro aspetto. Riguardano la scelta del governo di non essersi spinto anche più in là per le famiglie e aver deciso invece di premiare ugualmente, se non in misura maggiore a volte, i contribuenti che non dichiarano né figli né moglie a carico.
Rimane ancora da definire poi il capitolo sull?Irap. Alla fine sono 500 i milioni indirizzati agli sgravi sull?imposta regionale sulle attività produttive e sostanzialmente riguardano le aziende che investono in ricerca. Se è vero che è passato anche lo sconto sui neoassunti – pari a 20 mila euro che diventano il doppio al Sud – si poteva fare di più, dice soprattutto la Lega, per quell?universo di piccole e piccolissime imprese gravato da un eccessivo peso fiscale. Da chiarire è anche il meccanismo che istituisce un fondo rotativo per le imprese presso la Cassa depositi e prestiti, con una dotazione di 6 miliardi di euro. Ad ogni modo l?atteggiamento che si coglie dalle dichiarazioni degli alleati – più guardinga rimane come al solito solo l?Udc – è di apertura al dialogo senza arroccamenti di sorta.
Il governo Berlusconi non nasconde, comunque, la sua soddisfazione per un?operazione che segna una svolta (“storica”?) rispetto alle politiche economiche del passato. Il taglio delle tasse si accompagna e si sostanzia con la violazione di un tabù radicato in Italia: la difesa della spesa pubblica. Parte della copertura finanziaria degli sgravi fiscali da 6,5 miliardi di euro verrà infatti dal blocco del turn over per il pubblico impiego, misura che ha già suscitato tuttavia le reazioni irate e furibonde dei sindacati.
“A partire dal prossimo anno, avremo 75 mila statali in meno”, ha annunciato ieri durante la sua conferenza stampa il presidente del Consiglio. E sulla necessità di ridurre gli sprechi della pubblica amministrazione sembrano convenire anche i “duri” della destra sociale di An, da Francesco Storace a Gianni Alemanno. Sarà pure effimera ma per Silvio Berlusconi – come dice aanche il Financial Times – la riduzione delle tasse varata è ?una vittoria personale?.
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