Famiglia

Ucraina: cronaca di una giornata tesa

Improvvisamente Kiev è diventata lo snodo diplomatico dell'Europa. Obiettivo? Evitare che la situazione degeneri

di Paolo Manzo

Una giornata di tensione, quella vissuta oggi in Ucraina. Andiamo con ordine e cerchiamo di riassumere quanto accaduto. Questa mattina i sostenitori del candidato di opposizione alle presidenziali in Ucraina hanno bloccato gli accessi ai principali edifici governativi a Kiev, in particolare quelli dell’ufficio della presidenza e della sede del Consiglio dei ministri, per impedire ai funzionari del governo di raggiungere i posti di lavoro. A causa della protesta, il primo ministro Viktor Yanukovich non è andato in ufficio questa mattina, come ha ammesso la portavoce di Yanukovich, Anna German. In seguito, il portavoce dell’opposizione Boris Tarasyuk, in un’intervista diffusa dall’emittente televisiva bulgara bTV, ha confermato le accuse contro la Russia di Putin, relative all’invio di unità militari speciali in Ucraina. ”Lo confermo, e posso anche dire dove si trovano le truppe speciali russe”, ha assicurato Tarasyuk. Secondo il portavoce, un migliaio di soldati russi, armati di mitragliatrici, sono stati trasportati in aereo in Ucraina, dove hanno poi indossato uniformi dell’esercito di Kiev. I russi hanno programmato operazioni speciali contro l’opposizione, e queste prevedono anche ”di liquidare fisicamente” i suoi rappresentanti. L’opposizione sarebbe a conoscenza di un piano per provocare scontri con i sostenitori di Yushchenko, ha spiegato Tarasyuk. Nel primo pomeriggio, mentre, i leader dei gruppi parlamentari ucraini hanno accolto la proposta di convocare per domani alle 12 ora locale una seduta straordinaria del parlamento, l’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell’Unione Europea Javier Solana è arrivato a Kiev per contribuire a cercare di trovare una soluzione pacifica alla crisi. Solana sta incontrando tutte le parti interessate: dal primo ministro Viktor Yanukovich, al capo dell’opposizione Viktor Yushchenko, al presidente uscente Leonid Kuchma. Il viaggio di Solana risponde a una precisa richiesta di Yushchenko che ieri aveva chiesto una mediazione dell’Europa per risolvere la crisi con mezzi pacifici. Solana nei giorni scorsi aveva dichiarato che l’Ue non avrebbe accettato risultati di una ”elezione fraudolenta”, e ieri il presidente di turno dell’Ue Jan Peter Balkenende ha affermato che ”non sono stati rispettati gli standard internazionali, non possiamo accettare i risulati del voto”. Ma Solana non è l’unico mediatore europeo a Kiev. Nella capitale ucraina è arrivato infatti anche il presidente polacco Aleksander Kwasniewski, che ha presentato un piano in tre punti per la verifica dei risultati contestati del voto, il non ricorso alla forza e una tavola rotonda governo-opposizione. Presenti a Kiev, epicentro della crisi che rischia di sconvolgere l’Europa, anche il presidente lituano Valdas Adamkus e Jan Kubis, segretario generale dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce). Proprio l’Osce ha mandato il più alto numero di osservatori nei due turni elettorali, circa 600, e ha poi denunciato l’irregolarità del voto. Infine da segnalare la presa di posizione del governo del cancelliere tedesco Gerhard Schroeder, che si è pronunciato a favore di un nuovo conteggio dei voti nelle elezioni presidenziali ucraine, da svolgere sotto la supervisione dell’Osce. Vedremo che accadrà nei prossimi giorni che – mai come oggi – saranno decisivi per evitare che scoppi un’altra guerra civile nel cuore dell’Europa.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA