Formazione

Cri, Scelli: “Ci piacerebbe restare in Iraq”

La copertura finanzairia è assicurato solo fino al 31 dicembre. Ma adesso i medici italiani rimasti a Bagdad sono 17

di Redazione

La Croce Rossa Italiana vorrebbe continuare l’intervento umanitario in Iraq. Lo ha detto il commissario straordinario, Maurizio Scelli, sottolineando che questo e’ l’augurio dell’organizzazione che da un anno e mezzo sta portando sostegno alla popolazione irachena e la cui missione, finanziata dal ministero degli affari esteri (un milione di euro al mese), terminera’ il prossimo 31 dicembre. ”Ci sono tutti i presupposti, dal coraggio alla professionalita’ – ha osservato Scelli – perche’ un’operazione cosi’ riuscita continui. Se venisse prorogata noi saremo in prima linea. Lasciare l’Iraq, dopo il clima di familiarita’ che si e’ creato con la popolazione, sarebbe un grande dolore”. Scelli ha ribadito che senza il sostegno del ministero affari esteri la Cri ”non avrebbe potuto fare nulla di quanto fatto. Senza un aiuto cosi’ forte saremmo gia’ a casa”. I volontari della Cri sono presenti in Iraq dal maggio 2003: a Nassiriya, accanto ai militari italiani, e a Baghdad dove gestisce un ospedale. Finora ha assistito complessivamente nell’ospedale della capitale (dove lavorano 17 medici e paramedici italiani e 43 iracheni) 94.520 pazienti effettuando in media oltre 170 prestazioni sanitarie al giorno; ha prodotto quasi 1.900.000 litri di acqua potabili. Gli iracheni malati trasferiti in Italia sono stati 122, di cui 89 gia’ rientrati guariti in Iraq.


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