Appuntamenti
Le parole della genitorialità contemporanea, fra ecoansia e performance
Sabato 15 marzo a Milano a Fa' la cosa giusta! torniamo a parlare del numero di VITA "Perché non vogliamo figli". Un dialogo attraverso le parole della genitorialità contemporanea con Sara De Carli, lo psicologo Giulio Costa e la climate artist Lotta
di Redazione

Al primo posto, fra le ragioni per cui i ventenni di oggi il progetto di un figlio lo sentono lontanissimo ce n’è una che noi adulti fatichiamo a comprendere. L’ecoansia. Le ragioni economiche legate alla precarietà del lavoro, all’insicurezza dei contratti, al basso reddito, alla casa che non si trova, ai pochi servizi a supporto sono tutte ragioni vere e che contano, ma prima di tutto viene questa preoccupazione legata all’ambiente, in una duplice declinazione: quella del timore di mettere al mondo un figlio in un mondo che appunto sarà più difficile da vivere rispetto a quello che finora abbiamo conosciuto e quella legata all’impatto che un uomo in più sulla Terra produce. Così almeno hanno risposto, nel recente numero di VITA Perché non vogliamo figli, i dieci ventenni coinvolti nella tavola rotonda (leggi qui il numero se sei abbonato e se non lo sei e vuoi abbonarti ora, avrai accesso a tutto l’archivio di VITA degli ultimi cinque anni).
Quel numero continua a suscitare interesse. Ne parleremo sabato 15 marzo a Milano a Fa’ la cosa giusta!, la fiera nazionale del consumo critico e degli stili di vita sostenibili che si tiene a Fiera Milano Rho dal 14 al 16 marzo. Sara De Carli, giornalista di VITA, dialogherà con Giulio Costa, psicologo e psicoterapeuta e con Carlotta Sarina, in arte Lotta, climate artist.
L’appuntamento è alle 13 in Fiera Milano Rho, Piazza Editori, presso il padiglione 16 area D (l’ingresso alla fiera è gratuito). Per tutta la durata di Fa’ la cosa giusta! inoltre VITA sarà presente con uno stand al padiglione 20 – S14.
«Noi attivisti climatici ogni tanto ce lo diciamo: “Nessuno di noi vuole avere figli, perché non vediamo un futuro. Ma se nessuno di noi che ha una visione di distruzione dell’antropocentrismo farà figli, lasceremo spazio soltanto a chi questa società così com’è piace”. Da un lato mi sentirei molto molto egoista a fare un figlio a qualche anno dal collasso climatico e dall’altro, anche a prescindere da questo, l’idea della gravidanza mi ha sempre spaventato, è una cosa che mi respinge», argomenta Lotta.
La parola che invece Giulio Costa ha scelto come “parola che manca” nella narrazione che oggi contraddistingue il discorso pubblico sull’essere padri e madri è “desiderio”. «Nella società della prestazione, anche la sessualità, la genitorialità e la procreazione sono contaminate da questa logica. Tante coppie giovani oggi ripongono nella genitorialità la propria realizzazione, coppie in cui il figlio è idealizzato in termini di “dare perfezione” alla coppia. In quest’ottica anche il figlio deve essere perfetto e il timore di un fallimento – perché il figlio atteso non arriva o perché potrebbe non adempiere al ruolo che gli abbiamo dato – porta ad approcciarsi con grande stress al diventare madri e padri. Dobbiamo spostarci allora dalla genitorialità come dovere alla genitorialità come desiderio: il desiderio in quanto tale prevede un confronto con il rischio che il figlio possa non esserci, che possa essere diverso dalle nostre attese, persino che possa essere imperfetto», dice su VITA.
Sarà un interessante dibattito attraverso le parole della genitorialità contemporanea. Vi aspettiamo!
L’ingresso alla Fiera Fa’ la cosa giusta! è gratuito con registrazione, per info e per il programma: www.falacosagiusta.org. Foto di Cecilia Nuzzo, da ufficio stampa Fa’ la cosa giusta
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