Politica

Così lavora la propaganda russa: Europa nemico numero uno

Mentre i propagandisti russi modificano radicalmente il loro tono nei confronti degli Stati Uniti, il nuovo “nemico” designato ora è il vecchio continente. I canali televisivi statali descrivono apertamente l’Ue e Kiev come “deboli”, affermando che “senza l’appoggio americano, la Russia potrebbe spazzare via l’Europa”

di Alexander Bayanov

Nel contesto di una situazione internazionale in rapido mutamento, la propaganda russa dimostra una sorprendente flessibilità. Fino a poco tempo fa, i suoi principali media ripetevano che gli Stati Uniti erano il nemico numero uno, da annientare “fino alla cenere nucleare”. Oggi, invece, il messaggio è completamente diverso: si parla di ripristino dei legami, assenza di conflitto e persino di una possibile cooperazione.

Uno degli esempi più eclatanti di questo repentino cambiamento di rotta è l’atteggiamento del giornalista e conduttore televisivo russo Vladimir Solov’ëv, figura chiave della propaganda di Stato russa. Un tempo dichiarava con isterica aggressività: «Nessun rispetto per gli americani. Li colpiremo così forte che non rimarrà più nessuna America».

Oggi, invece, Solov’ëv si esprime in modo completamente diverso, con toni pacati e persino concilianti: «In realtà, tra America e Russia non c’è alcun conflitto». Questa nuova linea retorica è stata immediatamente ripresa dai media statali. Sui principali canali televisivi si discute ora della volontà di Trump e Putin di dialogare e si enfatizza la “complessa e delicata opera di ricostruzione delle relazioni tra Mosca e Washington”.

Dall’odio per gli Usa all’ostilità verso l’Europa

Mentre i propagandisti russi modificano radicalmente il loro tono nei confronti degli Stati Uniti, la nuova “nemica” designata è l’Europa. Se in passato l’Unione Europea era vista come un avversario geopolitico, ora il Cremlino la dipinge come un nemico a tutti gli effetti.

I funzionari russi accusano sempre più spesso i Paesi europei di essere responsabili dell’escalation del conflitto in Ucraina. Il Comitato Investigativo russo ha dichiarato che gli Stati europei sono i principali fornitori delle armi più pericolose a Kiev. Il ministro degli Esteri Sergej Lavrov è andato oltre, affermando che l’Europa ha portato avanti per secoli una politica distruttiva: «Negli ultimi 500 anni, tutte le tragedie del mondo hanno avuto origine in Europa o sono state causate dalla politica europea».

La propaganda russa insiste sul concetto che senza il sostegno degli Stati Uniti, né l’Ucraina né l’Europa sarebbero in grado di opporsi alla Russia. I canali televisivi statali descrivono apertamente l’Ue e Kiev come “deboli”, affermando che “il nemico naturale della Russia è l’Europa unita” e che “senza l’appoggio americano, la Russia potrebbe spazzare via l’Europa”. Nei canali Telegram filogovernativi, addirittura, iniziano a circolare fantasie su una possibile spartizione dell’Europa tra Mosca e Washington. In uno dei canali più seguiti si legge: «Non mi sorprenderei se i soldati russi e americani tornassero ad abbracciarsi sulle rive dell’Elba».

Macron nel mirino della propaganda russa

Un’attenzione particolare è riservata al presidente francese Emmanuel Macron, presentato come il leader che vuole assumersi la responsabilità dell’intera Ue. A Mosca si reagisce con irritazione alle sue iniziative per rafforzare la difesa europea, così come all’ipotesi di inviare truppe in Ucraina.

La principale agenzia di stampa statale Tass e altri media russi dipingono le dichiarazioni di Macron come irresponsabili e provocatorie. Particolare enfasi viene data alla sua affermazione secondo cui la Francia potrebbe estendere il proprio deterrente nucleare a tutta l’Europa. I media russi presentano questo come un tentativo di intimidire Mosca, ma al tempo stesso ne sottolineano l’“irrilevanza” rispetto alla potenza nucleare russa.

La propaganda cerca anche di alimentare un contrasto tra Macron e Trump. Ad esempio, viene citata questa dichiarazione del vicepresidente Usa J.D. Vance: «La principale garanzia di sicurezza è la cooperazione economica con l’America», i propagandisti aggiungono qualcosa a quanto detto da Vance «non 20mila soldati di un Paese qualsiasi che non ha combattuto guerre negli ultimi 30 o 40 anni». In questo modo, il Cremlino cerca di rappresentare Macron non solo come il principale sostenitore dell’Ucraina, ma anche come un elemento di frizione tra Europa e Stati Uniti.

Come la Tass interpreta la frattura tra Stati Uniti ed Europa

Il cambiamento della retorica si riflette anche nelle pubblicazioni della Tass. Sempre più spesso, i suoi articoli sottolineano il concetto secondo cui l’Europa è ormai isolata, mentre la Russia starebbe diventando un partner più conveniente per gli Stati Uniti. In una delle ultime analisi pubblicate, si legge: «Nel comunicato finale dell’ultimo vertice europeo, per la prima volta dopo molti anni, non viene menzionato il ruolo degli Stati Uniti. È così che i leader europei hanno reagito al segnale del presidente Donald Trump: l’America non intende più sostenere da sola il peso della sicurezza europea». 

Altri analisti vicini al Cremlino promuovono tesi ancora più radicali. Un commentatore della Tass afferma che la situazione attuale rappresenta «una spartizione dell’Europa, una lotta per l’eredità dell’Unione Europea» e che, in questo contesto, Washington potrebbe persino fare concessioni alla Russia: «Gli Stati Uniti potrebbero allentare in modo mirato alcune sanzioni contro la Federazione Russa per ripristinare il proprio accesso alle risorse russe più strategiche, mentre i partner europei non avrebbero lo stesso privilegio». Queste dichiarazioni rispecchiano perfettamente le recenti affermazioni di Vladimir Putin, secondo cui il governo russo sarebbe interessato a garantire alle aziende americane l’accesso alle risorse minerarie russe, comprese le terre rare.

Come ai russi viene presentato il nuovo assetto geopolitico

L’improvviso cambio di rotta della propaganda russa potrebbe disorientare anche gli analisti politici più esperti, per non parlare dei cittadini comuni, che per anni hanno percepito gli Stati Uniti come un nemico giurato. Questo fenomeno è stato brillantemente illustrato dall’artista russo che opera sotto l’account anonimo @kungfuct su Instagram. Nella sua ultima opera, ha creato una grafica che raccoglie le frasi chiave delle relazioni russo-americane degli ultimi 100 anni.

**NOI! RUSSI! CON NOI!
L’AMERICA! CONTRO! DI NOI!**

Queste parole possono essere combinate in qualsiasi configurazione, a seconda della situazione politica del momento nei rapporti tra Stati Uniti e Russia.

L’ esempio dimostra chiaramente quanto possa essere flessibile la propaganda russa, un tempo sovietica, quando il Cremlino lo ritiene necessario. In un attimo, i nemici diventano alleati, mentre gli ex partner si trasformano nel bersaglio di attacchi mediatici. La vera domanda è: quanto durerà questa nuova narrazione e quali saranno le sue conseguenze politiche reali?

Mikhail Metzel, Sputnik, Kremlin Pool Photo via AP) Associated Press/LaPresse

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