Formazione

Riviste, nuovo numero di Hp-Accaparlante

La rivista dedicata all'handicap dedica un numero monografico alla fantascienza che esplora la disabilità. Un saggio di Daniele Barbieri, giornalista.

di Giampaolo Cerri

“La non vastissima comunità che in Italia legge la buona fantascienza sa indicare all’istante alcuni titoli-chiave sull’Alieno sessuale o razziale; con qualche riflessione in più potrebbe individuare anche alcuni Alieni culturali e sociali. Ma esistono differenze che rimandano alle disabilità, all’handicap? Sì (….) Perché molti appassionati di fantascienza faticano a ricordare questi titoli? Opera qui una doppia censura o rimozione. La prima è probabilmente numerica. Se esistono meno autori-autrici che sanno confrontarsi con questo Alieno, beh dev’essere una questione meno importante. La seconda è nella testa di chi legge: spesso è turbato/a ma, con un meccanismo ben noto, preferisce allontanare da sé (in modo più o meno inconscio) l’oggetto dell’imbarazzo e la domanda su cosa davvero mi inquieti”. E’ questo il punto di partenza di “Umano è” ovvero “Come la fantascienza racconta l’universo-handicap” un lungo (57 pagine) saggio di Daniele Barbieri — giornalista prima al quotidiano “il manifesto” e ora alla rivista “Carta” – che inaugura la nuova serie monografica di “Hp-Accaparlante”, la storica rivista edita dal Centro documentazione handicap (051 6415005, email asshp1@iperbole.bologna.it) e rintracciabile in abbonamento o in un ristretto numero di librerie. Il punto di partenza, non l’inizio: perché questo “percorso di lettura” prende il via in in modo assai curioso. Piombandoci cioè all’interno di un brevissimo racconto …mutilato delle ultime 3 righe per chiedere: “Secondo voi come va a finire?”. Un piccolo gioco che serve a far capire quanto saldi siano gli stereotipi anche all’interno dell’immaginario, quanto la paura e il “vecchio” prevalgano sul desiderio e il “nuovo” anche all’interno delle letterature più desideranti. Al centro di queste 50 pagine (come tradizione di “Hp” splendidamente illustrate) tornano – inquietanti, ma in alcuni punti allegre o ironiche – le domande: cos’è umano, qual è la misura dell’umanità? Rispondere ovviamente non è affare che riguardi solo la fantascienza ma è urgenza che investe il presente di ognuno e di tutte-i.


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