Disabilità

Benvenuti all’Agorà dei Talenti, una scuola di cittadinanza

Come si prende un autobus, si sta sui social, si fa la spesa, si vota: parte nel comasco la seconda edizione della "Scuola di Cittadinanza" rivolta a persone con disabilità intellettiva o malattie psichiche. L'obiettivo? Autoconsapevolezza e autodeterminazione. Tre "pionieri" della prima edizione faranno da tutor ai nuovi studenti, in ottica peer

di Sara De Carli

L’anno scorso, nell’edizione pilota che ha coinvolto sei “pionieri”, l’hanno chiamata Scuola di Cittadinanza attiva. Quest’anno hanno al nome hanno aggiunto Agorà dei Talenti, «perché ci dimentichiamo troppo spesso di questa dimensione, dei talenti che tutti hanno», dice Elisabetta Landini, educatrice sociopedagogica di Agorà 97, referente del progetto. Siamo comasco e la cooperativa sociale dal 1997 con le sue cinque comunità socio-sanitarie è casa per adulti, minori e bambini con disabilità mentali, fisiche e ad alta complessità assistenziale. In sinergia con le istituzioni e le associazioni del territorio ha avviato un percorso innovativo sull’autoconsapevolezza e l’autodeterminazione delle persone con disabilità intellettiva o con disagio psichico: come si prende un mezzo pubblico, come si sta nelle relazioni, come si fanno piccole medicazioni, quali sono i pericoli in casa, come si fa la spesa, quali sono i rischi sui social… Il primo anno gli studenti sono stati sei, dai 40 ai 60 anni, tutti interni alla cooperativa. Quest’anno il percorso vede la collaborazione del Centro per la Vita indipendente del Consorzio Servizi Sociali dell’Olgiatese e coinvolge otto persone, dai 28 ai 50 anni: i “diplomati” dell’anno scorso faranno da tutor.

Un percorso di crescita dei singoli, che diventano gruppo di cittadini consapevoli e dunque attivi. In un’ottica di vera inclusione si definisce come prioritario il modello educativo che mira a valorizzare i talenti delle persone, attribuendo valore alla loro parte funzionale piuttosto che a quella fragile legata alla disabilità. Le risorse e le competenze individuali diventano gli elementi con cui lavorare per sviluppare consapevolezza, autonomia ed autodeterminazione, all’interno di un percorso di senso e di interdipendenza che connota il vivere civile.

Cos’è una scuola di cittadinanza?

La prima edizione è stata da gennaio a maggio 2024, con un gruppo di 6 adulti con disabilità cognitiva o malattia psichiatrica ospiti delle nostre quattro case per adulti. Il focus centrale sono l’autodeterminazione e autoconsapevolezza. Non è esattamente un percorso rivolto all’autonomia, poiché sono state coinvolte persone con differenze progettuali molto significative, c’è chi in prospettiva vivrà in autonomia e chi resterà in comunità, ma indipendentemente dal loro grado d’autonomia abbiamo voluto dare a tutti loro degli strumenti in più per autodeterminarsi e agire una cittadinanza più consapevole. 

La nuova classe di Agorà dei Talenti

Che attività avete proposto?

Ci siamo mossi in 4 macroaree: l’area della socializzazione, quindi come si sta in società, inteso ovviamente non come galateo ma come ci si comporta, come si prende un mezzo pubblico, come ci si muove nelle relazioni, piccole cose che diamo per scontate come il fatto che non si interrompe l’interlocutore…; l’area della cura di sé, con l’igiene personale e piccole medicazioni, il fatto che se mi scotto vado in panico o so cosa fare, con un focus sul fumo di sigaretta, il benessere psichico, come si attiva un servizio di emergenza per esempio se sei in giro e un amico sta male, quali sono le informazioni da dare quando si chiama il 112. Poi l’area della gestione della casa, come si fa a fare una spesa ragionata, come si pulisce casa con i prodotti corretti, quali sono i pericoli in casa. Infine l’area di educazione civica con la presentazione del come si fa a votare e la Polizia postale che ha spiegato i pericoli di internet, come ci si comporta sui social. I formatori sono stati 19, realtà attive sul territorio che sono venute in nostro aiuto. 

Sergio Besseghini e Elisabetta Landini con i 3 pionieri che faranno da tutor: Fabio, Fabrizio e Graziella

Qual è stato il riscontro? 

Ottimo. Gli ospiti che hanno partecipato hanno chiesto di poter seguire una edizione integrativa della scuola, una “specializzazione” rivolta all’esterno: dopo le lezioni c’è stato l’aspetto pratico, prendere i mezzi da soli, avere un budget per la spesa, fare la lista e poi fare la spesa… Abbiamo visto innanzitutto un innalzamento della loro autostima. Quando sono partiti erano spaventatissimi, si sono messi “sui banchi” dicendo “io non so fare nulla” mentre ora i “pionieri” sono pronti per fare da tutor ai nuovi studenti anche perché già l’anno scorso era evidente come loro portassero nelle comunità ciò che avevano appreso. Si è costituito un gruppo e anche se vivono in comunità diverse cerchiamo di fare cose insieme, sia in ottica di formazione continua sia per mantenere vive le relazioni tra loro. Le competenze, se non vengono rimesse in gioco, si congelano.  

Una lezione con la Polizia, nella prima edizione pilota della scuola

Cosa caratterizza la nuova edizione, appena partita?

Questa nuova edizione della scuola si chiama Agorà dei talenti. Evidenziamo il concetto che ognuno di noi ha dei talenti anche se non lo sa, anche se sono piccoli e vanno fatti emergere. È il concetto etimologico di educazione come “tirar fuori”. Loro sanno fare delle cose. Il passo in più è la volontà forte di uscire dalla comunità e muoversi sul territorio, garantendo cura e assistenza “tutto attorno”. In collaborazione con il Centro per la Vita indipendente del Consorzio Servizi Sociali dell’Olgiatese avremo quindi 4 studenti interni della cooperativa e 4 che vengono dal territorio. Hanno tutti progetti diversi e un’età che va dai 28 anni ai 50 anni circa. Ai temi dell’anno scorso abbiamo aggiunto un occhio alla sostenibilità/ecologia. 

Graziella impara a prepararsi la terapia farmacologica quotidiana, che ora prende in autonomia

Stiamo investendo molto sull’autodeterminazione, ma a volte ancora si pensa che la gravità della disabilità intellettiva sia un limite…

Noi abbiamo valutato la partecipazione delle persone, ma non abbiamo escluso nessuno pensando che ci sia una condizione di gravità oltre cui non avrebbe avuto senso coinvolgere una persona… Sarà un’aula e come a scuola ci saranno compagni che vanno più veloci e dovranno aspettare gli altri. Abbiamo voluto davvero praticare l’inclusione sapendo che abbiamo di fronte persone con competenze diverse. Io sarò presente in aula e il mio compito da educatrice sarà quello di adattare i contenuti per ciascuno. 

Tutte le foto sono dell’ufficio stampa di Agorà 97

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