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Ospedale Emergency: per Farnesina probabile riapertura

Il sottosegretario agli Esteri, Ugo Intini, spera in una dichiarazione di inviolabilità dell'ospedale da parte dei Talebani

di Gabriella Meroni

”La riapertura dell’ospedale italiano a Kabul non e’ ancora certa ma probabile nell’arco di una decina di giorni, perche’ dopo l’incidente della scorsa settimana si stanno creando le promesse per garanzie sufficienti di sicurezza, attraverso la ricerca di un impegno scritto di inviolabilita’ territoriale (per l’edificio ed il suo compound) da parte delle autorita’ talebane”.

Lo ha dichiarato il sottosegretario agli Esteri, Ugo Intini, a proposito della situazione di ”Emergency international” a Kabul. ”L’ambasciatore italiano in Pakistan Angelo Gabriele De Ceglie e il dottor Gino Strada, responsabile di Emergency, stanno lavorando con questo obiettivo a Kabul, dove hanno incontrato oggi il ministro degli Esteri e il ministro della Pianificazione” ha aggiunto Intini, ringraziando il presidente della Commissione Europea, Romano Prodi, che in questi giorni ha dato il suo appoggio all’iniziativa umanitaria, da lui seguita costantemente negli ultimi tempi, anche con la prospettiva di un intervento finanziario dell’Ue. Il sottosegretario agli Esteri, a proposito della situazione politica, ha aggiunto: ”La comunita’ internazionale ha di fronte a se’ tre strade. La prima: continuare a guardare e ad offrire un piccolo aiuto umanitario mentre un intero popolo si dissangua nella guerra e sprofonda in una arretratezza da alto medioevo. La seconda: tentare una via negoziale verso la pace, che richiede ovviamente di dialogare con tutte le parti, e quindi anche i talebani. La terza: inviare una forza di interposizione e di intervento militare costituita dai soldati delle Nazioni Unite”.

”L’Italia e’ diventata il motore degli sforzi per un negoziato di pace e la riapertura del nostro ospedale a Kabul sarebbe un ottimo segnale – ha concluso Intini – Tuttavia, non si deve escludere la terza soluzione, quella del contigente internazionale. Abbiamo lavorato, sollecitati ed assistiti da tutte le Nazioni della zona e da tutte le potenze interessate, ma si deve fare molto di piu’. L’Afghanistan e’ la piu’ grande e lunga tragedia umanitaria in atto, verso la quale, per la momentanea assenza di gravi implicazioni politiche e strategiche, manca un sufficiente interesse internazionale. Confido che il prossimo governo continuera’ gli sforzi di pace ai quali cerchera’ di dare un contributo anche il comitato appositamente costituito dall’Internazionale socialista”.

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