Famiglia
Università: riforma Moratti. La parola agli studenti
Il ddl Moratti scatena la rabbia di docenti, ricercatori e studenti. Ecco il parere di due universitari. A cura di Daniele Guarneri
di Redazione
Da qualche settimana ormai le università italiane vivono in un clima difficile dove proteste, manifestazioni, scioperi contro il Disegno di legge del Ministro Moratti sul riordino dello stato giuridico dei professori universitari, hanno bloccato la didattica di moltissimi atenei rischiando di far saltare i primi semestri e addirittura l?anno accademico.
Abbiamo chiesto il parere su questi avvenimenti a due studenti, entrambi in prima linea nel mondo della politica universitaria.
Lorenzo Malagola rappresentante degli studenti nel CNSU (Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari), organo consultivo che formula pareri e proposte al Ministro dell?istruzione, università e ricerca sui progetti di riordino del sistema universitario, sulla didattica, sull?assegnazione e sull?utilizzo dei fondi finanziari e che può rivolgere quesiti al Ministro circa fatti o eventi riguardanti la didattica e la condizione studentesca, cui deve essere data risposta entro 60 giorni. Il consiglio è formato 28 componenti eletti dagli studenti iscritti alle università italiane.
Malagola ha 22 anni, è residente a Milano ed è iscritto al primo anno della specialistica della facoltà di economia dell?Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
Valentina La Terza è residente a Milano, ha 23 anni e frequenta l?ultimo anno della facoltà di Giurisprudenza dell?Università degli Studi di Milano-Bicocca.
Rappresentante degli studenti universitari della Bicocca in Senato Accademico, organo che definisce la politica generale e le strategie di gestione e di sviluppo dell?Università, esercitando tutte le competenze relative alla programmazione e al coordinamento delle attività della medesima, fatte salve le attribuzioni delle singole strutture didattiche, scientifiche e amministrative.
E? anche presidente del Consiglio degli Studenti struttura preposta all?organizzazione autonoma degli studenti dell?Università, nonché alla diffusione delle informazioni di interesse degli stessi. Esprime pareri e proposte non vincolanti agli organi superiori per tutto ciò che riguarda gli studenti.
Vita: Da studente, che giudizio dai alla situazione che stai vivendo in Università?
Lorenzo Malagola: Il problema che mi riguarda maggiormente non è tanto la riforma, ma piuttosto il fatto che non sia garantita la didattica. Questo evidenzia una mancanza di responsabilità dei ricercatori, perché affermando un interesse particolare rispetto ad un Bene Comune, ad un interesse più generale e di tutti, si diventa ideologici, si diventa violenti come sta succedendo in molte Università.. Gli studenti rischiano di perdere settimane di lezione. Mi domando se queste verranno recuperate?! Addirittura alcuni studenti potrebbero saltare la sessione di laurea.
Valentina La Terza: La situazione è davvero caotica, e questo perché è stato proposto un ddl che non ha alcun senso e che va contro tutti i diritti di professori, ricercatori e perché no, anche degli studenti che vorrebbero tentare la già difficile carriera universitaria.
Vita: Cosa comporterebbe nella tua carriera universitaria la scomparsa della figura del ricercatore?
Malagola: Per noi studenti non comporta alcun cambiamento se è garantita la didattica da parte dei professori e dei futuri professori aggiunti, cioè gli attuali ricercatori.
La Terza: Sicuramente, impoverirebbe lo stato generale dell?Università, della didattica. E di questo ne soffrirebbe di più lo studente, cioè colui che, con il bagaglio culturale che si è formato in questi anni, entrerà un domani nel mondo del lavoro.
Vita: Lo studente deve scendere in piazza o restare al suo posto tra i banchi?
Malagola: Il Ministro Moratti ha bloccato l?iter parlamentare fino a dopo la finanziaria, cioè almeno fino a dicembre. Il CNSU non è ancora riuscito a pronunciarsi su questo argomento perché noi rappresentanti non abbiamo raggiunto un accordo di lavoro e di proposta.
Sicuramente io, come studente, sto nel mio banco. Il principale motivo per cui mi trovo in Università, infatti, è quello di studiare e questo mi porta inevitabilmente ad avere rapporti con i docenti.
Penso che solo così si possa davvero imparare: solo in un rapporto tra ?maestro e discepolo? si cresce e si può lavorare per migliorare le cose.
Noi studenti non dobbiamo partecipare alla protesta in atto, non dobbiamo cadere, come invece sta accadendo, in una strumentalizzazione politica che i ricercatori stanno tentando di avere su di noi.
La Terza: Lo studente proprio perché vive gran parte del suo tempo in università, è indirettamente coinvolto dal ddl, e quindi deve sicuramente interessarsi. Questo disegno di legge ?de-struttura? l?università; noi, insieme a ricercatori e docenti, per il nostro bene dobbiamo batterci in ogni modo legale.
Vita: E chi governa l?Università?
Malagola: Ripeto, l?iter è stato bloccato per il momento. Non dico che bisogna stare zitti e subire ogni cambiamento, buono o cattivo che sia, ma ci sono tanti modi per far sentire la propria voce e soprattutto c?è ancora un po? di tempo per lavorare. Non si può sospendere la didattica senza interpellare gli studenti. Bisogna evitare che a pagare sia sempre l?anello più debole della catena (in questo caso chi studia). Non fare lezione è la via più facile, finisce sui giornali e le televisioni e soprattutto è a costo zero per chi sciopera!
Chi governa le Università, e quindi il Ministro, Rettori, Presidi, docenti, ricercatori, ma anche Senati accademici e Consigli d?Amministrazione, deve assumersi delle responsabilità forti rispetto a questa situazione che sta cambiando le Università e che potrebbe ripercuotersi sull?intera società italiana. Chi ricerca il proprio interesse non ci interessa, è meglio che abbandoni il campo perché, ora come non mai, servono persone pronte a costruire insieme qualcosa di bene per tutte le Università e per tutte le sue componenti.
La Terza: E? giusto che i ricercatori protestino, che non accettino gli incarichi che non fan parte dei loro contratti., ma come ho detto lo devono fare nel modo legale. Non condivido gli scioperi selvaggi, preferisco una cosa più utile come lo sciopero che è avvenuto a Roma il 15 di questo mese organizzato dai tre sindacati confederali e che ha riscosso un grandissimo successo.
In Università Bicocca il Rettore è vicino ai ricercatori, ma ha chiesto di proseguire la didattica. Sono state approvate in sede di Senato Accademico delle giornate di riflessione, da fare insieme, studenti e docenti, dove discutere e rivendicare i propri diritti.
Vita: Cosa pensa del nuovo percorso universitario introdotto dalla riforma Moratti, e registrato pochi giorni fa dalla Corte dei conti?
Malagola: Sicuramente il ?modello Y? introdotto dalla riforma Moratti, renderà migliore il sistema universitario italiano. Il vero problema è che non si è scelta la tempistica migliore perché, il mondo universitario aveva appena iniziato a reagire alla riforma del 3+2. Fare una riforma della riforma, quando non è ancora terminato il primo ciclo della prima, è una cosa intempestiva e rischia di creare ancora più confusione di quella che già c?è.
La Terza: Penso che si sia fatto un passo indietro. Scegliere a priori chi vuole iniziare a lavorare e chi invece vuole continuare il percorso di studi è sbagliato. E? proprio il contrario di quello che si era fatto con la riforma del, 3+2. Personalmente penso che una matricola non possa già sapere quale sarà il suo futuro; è nel corso dei primi anni che una persona si può appassionare a quello che studia e scoprire, così, se vale la pena approfondire gli studi oppure lanciarsi subito nel mondo del lavoro.
Daniele Guarneri
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