Sostenibilità

Quanta foresta primaria avete in casa?

Una guida online di Greenpeace vi porta a scegliere mobili "etici"

di Benedetta Verrini

Da oggi, per evitare di acquistare mobili “poco etici”, costruiti con alberi a rischio di estinzione, si puo’ visitare la nuova casa virtuale sul sito di Greenpeace. ”L’Italia e’ il primo paese esportatore di mobili e importa l’80% del legno che impiega. I consumatori – spiega il responsabile foreste di Greenpeace Sergio Baffoni – hanno un grande potere: invertire le distorsioni del mercato e rifiutare il legno di provenienza illegale o distruttiva. Il nostro Paese e’, per esempio, un grande acquirente di legno dal Bacino del Congo, dove le foreste e gli animali sono fortemente minacciati da fenomeni di illegalita”’. Comprare esclusivamente legno certificato secondo lo standard Fsc (Forest Stewardship Council): questa e’ la prima regola da seguire, ma ”purtroppo – sottolinea Greenpeace – non e’ sempre possibile trovare questa garanzia”. E cosi’, per venire incontro alle esigenze dei consumatori, l’organizzazione ambientalista ha stilato una classifica dei legni piu’ diffusi sul mercato italiano: semaforo rosso per le specie da evitare, giallo per quelle di cui bisogna accertare la provenienza e rosso, ovviamente, per quelle da proteggere a tutti i costi. ”Il legno potrebbe rappresentare il materiale ecologico per eccellenza, afferma Baffoni. Rispetto ad altri materiali come il Pvc, non inquina, · in grado di ricrescere, puo’ essere ricavato ecologicamente, pu? durare molto a lungo, e’ biodegradabile e puo’ essere reimmesso nel ciclo naturale, al termine del suo utilizzo”. Nessun dubbio, infatti, per Greenpeace nella scelte delle finestre. ”Il costo energetico per produrre un chilo di alluminio e di 28 volte superiore a quello necessario per produrre un chilo di legno. Inoltre, il legno isola meglio e si ripara piu’ facilmente”. Tutto bene, quindi, sempre che per fabbricare le finestre di casa non sia stato utilizzato l’abete canadese, il larice siberiano, il mogano o il teak. E questo solo per citarne alcuni. Attenzione dunque agli infissi, oltre che ai mobili, perche’ molte insidie si nascondono nei dettagli: ”L’industria delle cornici, ad esempio, sceglie – si legge sul sito – legni malleabili e privi di imperfezioni come il ramino indonesiano, dichiarato illegale in Indonesia. Per estrarre questo legno vengono abbattuti illegalmente alberi perfino nei parchi nazionali che offrono riparo agli ultimi oranghi, una specie a rischio di estinzione nei prossimi cinque-dieci anni”. Ed i passi falsi per il consumatore ignaro sono davvero all’ ordine del giorno: basta entrare nello studio per scoprire che ”in tutto il mondo il consumo di carta ammonta a circa 300 milioni di tonnellate ogni anno, per oltre un terzo di tutti gli alberi abbattuti”. Una quantita’ che espressa in carta da fotocopiatrice sarebbe pari ad una pila alta 16 volte la distanza dalla Terra alla Luna. Tanta, troppa, dato che molti Paesi non sono autosufficienti e per soddisfare il proprio fabbisogno devono fare affidamento sulle importazioni, mettendo cosi’ in pericolo gli equilibri ambientali di altre parti del mondo. In Italia, sono ”11 i milioni di tonnellate di carta che vengono usati ogni anno, per circa 200 chili pro-capite – afferma sempre Greenpeace – ma ”il nostro Paese non ha molte foreste produttive e dunque, cosi’, partecipa della distruzione delle biodiversità locali”. www.greenpeace.it


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