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Usa: clausola anti aborto inserita in Finanziaria

La clausola impedisce alle agenzie federali, statali e locali di rifiutare finanziamenti a ospedali e cliniche che non forniscono servizi collegati all'interruzioni di gravidanza

di Paolo Manzo

L’urgente legge di spesa concordata nella notte fra la Camera e il Senato degli Stati Uniti, contiene una clausola anti aborto che ha provocato le proteste di nove senatrici, una repubblicana e otto democratiche. L’intero provvedimento serve a finanziare il funzionamento di una serie d’importante agenzie del governo, compresa l’Fbi, e la sua approvazione nella giornata di oggi appare scontata. L’inserimento della clausola anti abortista appare un segno della rinnovata forza dei gruppi conservatori dopo la rielezione del presidente George Bush. In pratica la clausola impedirà alle agenzie federali, statali e locali di rifiutare finanziamenti pubblici a ospedali, cliniche, assicurazioni che non forniscono servizi collegati all’interruzioni di gravidanza. Secondo Luise Melling, responsabile del settore pianificazione familiare dell’American Civil Liberties Union, uno dei più attivi gruppi per i diritti civili, la clausola priverà gli stati del loro diritto di ”far applicare le leggi disegnate per proteggere la salute delle donne”. Per esempio -spiega Melling al New York Times- gli stati di New York, del Maryland, dello e Hawaii e di Washington, che pagano le interruzioni di gravidanza alle donne a basso reddito, non potranno imporre agli ospedali di rispettare questo impegno. Douglas Johnson, portavoce del National Right to life committee, un gruppo anti abortista, difende invece la clausola come ”una risposta alla campagna orchestrata dai gruppi pro aborto attraverso il paese per costringere chi fornisce servizi sanitari a partecipare agli aborti”. La senatrice democratica californiana Barbara Boxer ha preannunciato una battaglia per rallentare il voto al Senato, ma è difficile che possa spuntarla. La legge di spesa da 338 miliardi di dollari serve a finanziare l’attività di moltissime agenzie di governo per l’anno fiscale che inizia il primo ottobre e la sua mancata approvazione creerebbe seri problemi all’amministrazione. Inoltre il Congresso uscente ha fretta di chiudere i propri lavori.


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