Luoghi di incontro
Il cinema più piccolo al mondo ha fatto rinascere un borgo
U’Cinemittu è un circolo Arci nell’Alto Lazio, a Longone Sabino. 12 posti, è un presidio culturale nato dal desiderio dell’attore Luca Marinelli di rivitalizzare il piccolo paese dei suoi nonni. «Una follia», per usare le parole di una delle fondatrici Gabriella Guido, che si è rivelata un’intuizione vincente: il progetto funziona così bene che ha riaperto anche la vecchia osteria chiusa da 40 anni

Il cinema più piccolo del mondo ha un nome volutamente in dialetto. “U’ Cinemittu” nasce da quella che Gabriella Guido definisce «una follia» rivelatasi poi intuizione vincente. Dal 31 agosto scorso, data di inaugurazione, non c’è stata proiezione che non sia andata sold out. Attenzione, qui si parla di piccoli numeri. Se li guardi da un capoluogo di regione, 12 posti fanno sorridere, ma se li metti tutti insieme in un Comune come Longone Sabino, Alto Lazio, 800 metri di altitudine tra la Valle del Salto e la Valle del Turano, iniziano a fare notizia.
Gabriella Guido è una delle socie fondatrici: «Questo progetto è nato dall’associazione culturale Biblioteca Verde che si occupa di promozione del territorio e di comunità e da un’idea dell’attore Luca Marinelli che frequenta questo paese da quando era piccolo. È il paese dei suoi nonni, lo ama molto e, vedendolo svuotarsi come molte altre porzioni di aree interne in Italia, si è chiesto: che cosa posso fare? La risposta è stata portare il cinema, l’arte e la cultura dentro Longone, far ribattere il suo cuore. È andata così».

Sulle sedie degli anni Venti del Teatro Brancaccio donate da Angelo Barbagallo e ristrutturate gratuitamente in una falegnameria sociale a Roma, la prima proiezione è stata il film Otto montagne: «I proiezionisti sono persone del paese e noi dell’associazione a turno apriamo U’ Cinemittu. Questo è un Comune da 70 residenti, che di fatto in inverno scendono a 20. D’estate, però, quando si chiudono le scuole, i bambini tornano a giocare nelle piazze e si ripopola la comunità. Ma la cosa davvero eccezionale è che il nostro cinema si riempie in tutte le stagioni dell’anno, arrivano cinefili che a Longone non erano mai venuti prima. Il progetto funziona così bene che ha riaperto la vecchia osteria chiusa da 40 anni: ora a Longone c’è un posto per il pranzo della domenica». Dove fino alla scorsa estate non c’era più niente, oggi 12 posti non bastano. Dopo i primi due mesi da tutto esaurito, gli abitanti hanno chiesto una proiezione per loro: «Facciamo entrare prima quelli che vengono da fuori, hanno detto. L’ho trovato un gesto bellissimo», aggiunge Guido. «E senza la Pro loco e la disponibilità di una neoeletta sindaca francese non saremmo qua».
Circolo non è una parola vuota per definire uno spazio, è creazione di un ciclo virtuoso sociale, economico e civile che dobbiamo continuare a praticare
Gabriella Guido, socia fondatrice di U’ Cinemittu
U’ Cinemittu è un circolo Arci: «Con l’associazione condividiamo visioni e valori etici, ci riconosciamo nelle campagne socio politiche. Circolo non è una parola vuota per definire uno spazio, è creazione di un ciclo virtuoso sociale, economico e civile che dobbiamo continuare a praticare», spiega. «In questo mondo l’aggregazione è a rischio ogni giorno, così come la cultura, perché è fin troppo facile parlare di libri in una città come Roma ma non ci si può dimenticare di tutte quelle aree definite marginali in cui continuano a vivere centinaia di persone che si chiedono: dopo di noi, in queste terre, chi ci sarà? Qui ricreiamo una comunità dove chiunque possa sentirsi a casa, ci si prende cura dell’altro, di se stessi e del territorio. Un film non dura soltanto il tempo di un film: è un bicchiere di vino all’osteria, quattro chiacchiere con gli anziani in piazzetta. Siamo di passaggio ma quello che costruiamo è fondamentale».
La partecipazione è in crisi? Non proprio. È boom di adesioni all’Arci e alle Acli, crescono i circoli, i numeri superano i dati pre-pandemia (li abbiamo messi in fila in un approfondimento sul magazine di febbraio). Che forma ha la promozione sociale oggi? Perché abbiamo bisogno di un posto fisico in cui incontrarci? Per rispondere a queste domande, ci siamo messi in viaggio e abbiamo intercettato alcuni dei circoli Arci e Acli che in Italia uniscono gruppi di persone in nome di un’idea. Questo articolo è il quarto di una serie intitolata “Luoghi di incontro”. Leggi anche:
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