Mondo

Darfur Organismi internazionali attaccano Onu su risoluzione Sudan

Fiducia per i vincoli imposti alla pace in Sud Sudan, ma forti timori per il Darfur, nel quale l'Onu viene accusata di aver adottato una riisoluzione troppo debole

di Joshua Massarenti

Forti preoccupazioni sono state espresse dai più importanti organismi internazionali di difesa per i diritti, fra cui Oxfam, Amnesty International, Human Rights Watch, nei confronti della risoluzione appena adottata dall’Onu sul Sudan. Il governo sudanese e la guerriglia del sud hanno appena firmato un protocollo di intesa in cui si impegnano a mettere fine entro la fine dell’anno alla guerra civile in corso da oltre 20 anni che ha provocato oltre un milione e mezzo di morti e circa 4 milioni di sfollati. La risoluzione 1574 del Consiglio di sicurezza dell’Onu chiede esplicitamente alle parti di rispettare l’impegno preso – e prospetta significativi aiuti allo sviluppo se l’impegno sara’ mantenuto – ma e’ molto generica sull’altro conflitto aperto in Sudan, quello del Darfur, per cui e’ gia’ stata duramente criticata dalle agenzie umanitarie. Nella risoluzione infatti si chiede che, rispetto al conflitto aperto nel febbraio 2003 nella regione occidentale del Sudan, “cessi ogni tipo di violenza e attacchi, compresi i sequestri di persona e la rimozione forzata di civili”. Ma manca l’imposizion o la minaccia diretta di sanzioni contro Khartum, rimandando ad un’altra eventuale risoluzione l’imposizione di misure contro il governo sudanese se non si sara’ attenuto a quanto previsto nelle risoluzioni precedenti (disarmo delle milizie arabe che hanno commesso gravi violazioni contro i civili e garanzie del rispetto dei diritti umani). Unanime il coro di disapprovazione per l’estrema cautela del testo da parte di quegli attori che in Darfur cercano di evitare la catastrofe umanitaria: Oxfam, Human Rights Watch (HRW), Amnesty International (AI) sottolineano che la mancata imposizione dell’embargo sulle armi e di altre sanzioni contro Khartum, di fatto significa non chiedere conto del suo operato al governo sudanese e allo stesso tempo indebolire l’autorevolezza delle Nazioni Unite. “Per il popolo del Darfur, la formula ‘vigilare sull’applicazione degli impegni presi’ usata dall’Onu (nella risoluzione) significa nei fatti piu’ morte e sofferenza”, si legge nel comunicato emesso da Oxfam. “Temiamo che il governo del Sudan interpretera’ questa risoluzione come un assegno in bianco per poter continuare la sua persecuzione nei confronti della popolazione civile del Darfur”, ha detto un esponente di HRW. Decine di profughi del Darfur si sono radunati davanti alla sede Onu di Nairobi per protestare contro la risoluzione, chiedendo “dure sanzioni come quelle imposte all’Iraq”. Il presidente di turno del Consiglio di Sicurezza, l’ambasciatore Usa all’Onu, John Danforth – principale sostenitore dell’iniziativa – ha respinto le critiche affermando che tocca alle parti in causa assumersi la responsabilita’ di portare la pace in Sudan.


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